Dino Saluzzi Group: Juan Condori

Ma, un po’ a sorpresa, come “adozione” della famiglia troviamo anche un italiano: il batterista friulano U.T. Gandhi, che Saluzzi ha voluto appositamente a Buenos Aires per la registrazione e che certo non ha deluso il Maestro, accompagnando le elaborate ed oniriche scene sonore del gruppo con sonorità delicate e cangianti, entro le quali l’aspetto ritmico è solo uno dei molteplici elementi di colore musicale.

La poetica di Saluzzi è, come si sa, molto intima; nei concerti, specie quelli in solitudine, la sua musica diviene quasi mistica e rituale; in gruppo, spazia lirica su molteplici universi, ora trattenuta in meditativi soliloqui del bandoneon, ora sofisticata nelle improvvisazioni della chitarra del figlio José Maria o del basso del nipote Matias, ora sognante e solare nelle aperture dei sax e dei clarinetti del fratello Felix.

Quest’ultimo - che suona con Dino fin dall’infanzia ed ha perciò con lui un interplay quasi soprannaturale - è, pur nella semplicità delle strutture messe in gioco, senza dubbio il coprotagonista di brani splendidi, come quello che titola il lavoro, dedicato a Juan Condori, a sua volta amico d’infanzia dei due fratelli, o come “Soles/La Camposanteña”.

Ma l’intero disco è un sogno, leggero e affascinante, da ascoltare con trasporto, sorbendone con lievità gli umori, al tempo stesso malinconici e vitali, che scaturiscono da una terra ancora profondamente pervasa di umanità, che la musica sontuosa di Saluzzi ci trasmette e ci fa respirare.

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