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John Zorn: Filmworks XVII & XVIII
Filmworks XVII - Notes on Marie Menken / Ray Bandar: A Life with Skulls
Tzadik
(2006 - distr. Demos)
Valutazione: 3,5 stelle
Doveva prima o poi accadere che un compositore insaziabile come John Zorn incappasse nel “blocco dello scrittore” di letteraria memoria.
Una piccola crisi quasi paradossale per un autore la cui ingordigia non ha mai conosciuto ostacoli, nemmeno davanti alle perplessità più evidenti.
Forse però solo accettando questa modalità d’azione si può poi godere di quelle brillanti gemme musicali che di tanto in tanto il Nostro riesce ancora a donare.
L’anno dell’impasse è il 2005. Le proposte continuano ad arrivare, ma niente, la penna non scuce nulla di soddisfacente.
Fino a che ulteriori commissioni di nuove colonne sonore scuotono l’autore e gli forniscono l’impulso per provare per l’ennesima volta a cambiare direzione.
Il numero 17 di questo elenco immane di pezzi per il cinema mette insieme i soundtrack di due opere molto diverse.
La prima, Notes on Marie Menken, dedicata a questa seminale regista della scena indipendente americana e diretta da Martina Kudlacek; la seconda, Ray Bandar: A Life with Skulls, ritratto in immagini di un celebre collezionista di teschi realizzato da Beth Cataldo.
Zorn inventa partiture del tutto differenti e invece di accostarle cronologicamente le alterna con una sapiente scaletta spiazzante.
I nove brani per Menken puntano su un melodismo crepuscolare variato da veloci divagazioni jazzate in tempo dispari e da qualche rottura improvvisa come l’imperiosa “GoGoGo” o l’ etnico incedere di “Arabesque” in cui soltanto compare il sax aguzzo del leader.
Per il resto, grande spazio per la chitarra elegante di Jon Madof sostenuto con pertinenza dalla ritmica.
I cinque brani di Skulls, viceversa, contengono una calcolata sperimentazione percussiva che intreccia il piano a pollice di Zorn con le pelli e i metalli di Cyro Baptista e in un caso di Kenny Wollesen.
Brevi quadretti in tempi ternari, non così inquietanti come avrebbero potuto essere, ma abbastanza interessanti da reggere la prova d’ascolto. Il montaggio complessivo comunque funziona egregiamente.
John Zorn
Filmworks XVIII - The Treatment
Tzadik
(2006 - distr. Demos)
Valutazione: 3 stelle
Filmworks 18 nasce invece come sfida per un progetto che inizialmente Zorn aveva giudicato “ridicolo”.
Vale a dire una colonna sonora per una commedia soft (The Treatment), che il regista Oren Rudavsky alla fine ha ottenuto con grande ostinazione.
Zorn dichiara di essersi ispirato al tango e di aver subito pensato ad un organico preciso: violino, fisarmonica, vibrafono, contrabbasso.
Le composizioni sono semplici e dirette, realizzate in velocità ma a detta dell’autore con felicissima convinzione di gruppo.
La musica si sviluppa a partire da giri di basso continui, spesso in tre quarti, che sostengono un raffinato gioco armonico descritto da vibrafono e bandoneon in funzione del violino solista.
Qui la mano di Mark Feldman riesce ad impreziosire trame che di per sé avrebbero poco da dire. Ma dipende dal punto di vista. Se si pretende anche da queste veloci sedute un pensiero musicale dirompente (come Zorn ha spesso abituato il suo pubblico), si rimane perplessi.
Ma se si riesce ad ascoltare il puro meccanismo timbrico e contrappuntistico bisogna ammettere che il gioco di squadra è impeccabile.
Elenco dei brani:
Filmworks XVII: Menken - 5:27; Skull I - 4:03; Glimpses - 6:37; Mood Mondrian - 4:31; Skull II - 3:30; GoGoGo - 8:13; Moonplay - 4:42; Skull III - 2:58; Tango Exotique - 5:35; Zenscapes - 1:07; Skull IV - 1:40; Arabesque - 5:09; Skull V - 2:08; Bolex Dancing - 1:37
Filmworks XVIII: The Treatment - 3:34; Romance - 5:09; Why Me? - 3:56; Family - 2:14; Marking Time - 4:52; Anxieties - 4:59; Freud’s Rondo - 4:24; Totem and Taboo - 6:53; Rush Hour - 3:45; Bad Dreams - 1:18; Uncertainty - 6:23; Happy Ending - 2:44;
Tutte le composizioni sono di John Zorn
Musicisti
Filmworks XVII: Jon Madof (chitarra); Shanir Ezra Blumenkranz (contrabbasso); Kenny Wollesen (batteria, percussioni); John Zorn (piano elettrico, sax alto, piano a pollice); Cyro Baptista (percussioni)
Filmworks XVIII: Mark Feldman (violino); Kenny Wollesen (vibrafono); Rob Burger (fisarmonica); Shanir Ezra Blumenkranz (contrabbasso); Marc Ribot (chitarra in 04)
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