John Cage: John Cage: Early Piano Music
ByEarly Piano Music
ECM Records (2005 - distr. Ducale)
Valutazione: 4 stelle
Con una ciclicità verosimilmente non casuale, che richiama alla mente la simmetria dei celebri versi con cui si apre e si conclude il secondo dei Four Quartets di T.S. Eliot (Nel mio principio è la mia fine… Nella mia fine è il mio principio), il libretto accluso a questo CD, dedicato alle musiche pianistiche del primo John Cage, mostra una fotografia del compositore, ritratto da Roberto Masotti nei tardi anni '70.
Lo sguardo è così penetrante da rompere metaforicamente il vetro dell'angusto finestrino del treno preparato, protagonista di una leggendaria performance bolognese: negli occhi si legge la curiosità verso il mondo circostante (con i suoi infiniti suoni e colori), vivida e ben lontana dall'essere appagata, forse più pacata e assorta, ma rimasta comunque fedele, nell'essenza, ai fermenti creativi della giovinezza.
Bene fa quindi l'ECM a pubblicare una raccolta di brani degli anni '30 e '40, disseminati di idee, tecniche, ispirazioni che sarebbero state messe a frutto nell'arco di un'intera vita.
Ascoltiamo, nella versione dilatata e assorta di In a Landscape fornita da Herbert Henck - che dei lavori dell'americano è non solo accurato esecutore, ma anche raffinato esegeta - le suggestioni proto-minimaliste di Erik Satie, a cui Cage non ha smesso di rendere affettuosi e originali omaggi finanche negli ultimi anni, aderendo a una concezione musicale - usiamo le sue parole - basata essenzialmente su una durata temporale vuota, in cui qualsiasi cosa può accadere.
Su questo assunto si basano i Two Pieces for Piano, sorta di preparazione a The Seasons, suite scritta nel 1947 sotto la suggestione dell'induismo e ispirata nella sua struttura ai cicli stagionali: la consueta pulizia del suono ECM e il tocco sensibilissimo di Henck dipanano con naturalezza le trame temporali intessute di suoni (aggregati per lo più in piccoli gruppi) e di silenzi che preludono a uno degli sviluppi fondamentali degli anni a venire.
La fluidità del gesto di Henck consente ugualmente di apprezzare le impervie figurazioni dei brani d'impostazione dodecafonica composti negli anni '30.
In Quest, Metamorphosis e soprattutto nei Two Pieces for Piano la lezione di Arnold Schoenberg viene filtrata attraverso una prospettiva peculiare: in questi brevi aforismi l'assenza di indicazioni dinamiche - sorta di anticipazione dell'indeterminazione - consente all'interprete di incidere sul loro carattere espressivo.
Un compito, questo, che il pianista riesce a svolgere con la dovuta misura, senza pose da demiurgo, che in questo contesto sarebbero fuori luogo.
Al balletto è destinato, infine, Ophelia, del 1946, lavoro dagli accenti non di rado drammatici e dallo spiccato carattere percussivo, in cui è evidente la traccia delle sperimentazioni all'epoca in atto con il pianoforte preparato, di lì a poco sistematizzate nelle Sonatas and Interludes for Prepared Piano.
Un'ottima introduzione alla musica di Cage; un degno coronamento all'impegno di una vita..."Nel mio principio è la mia fine..."
Elenco dei brani: 01-09.The Seasons - 16:36; 10-14.Metamorphosis -16:17; 15.In a Landscape - 12:48; 16.Ophelia - 06:46; 17-18.Two Pieces for Piano - 03:41; 19.Quest - 01:49; 20-21.Two Pieces for Piano - 11:22
Musicisti: Herbert Henck (piano)
Personnel
John Cage: composer/conductor.
Album information
Title: John Cage: Early Piano Music | Year Released: 2006 | Record Label: ECM Records
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