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Paul Rutherford: Iskra³

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Paul Rutherford: Iskra³
Fedele ai dettami intransigenti (e perciò assai poco cool) dell’improvvisazione libera, guidata solo dall’interazione empatica che s’instaura tra i suoi co-autori/attori, la Psi di Evan Parker continua a estrarre tesori dal passato e preziosi gioielli dall’oggi.

Tra questi ultimi si inserisce una nuova incarnazione di Iskra, formazione che, da oltre trent’anni, raccoglie intorno a Paul Rutherford esponenti di primo piano della scena inglese: d’indiscusso valore, in particolare, sono le incisioni, sotto la sigla Iskra 1903, dei primi anni ’70 con Derek Bailey e Barry Guy, ristampate negli ultimi anni dalla Emanem.

La scintilla, nel corso dei decenni, non si è mai spenta e ora, elevata al cubo, torna a fiammeggiare, con il trombone di Rutherford annegato e distorto nelle maglie elettroniche tessute dalle mani esperte di Lawrence Casserley (membro stabile, tra l’altro, dell’Ensemble Elettroacustico di Evan Parker) e Robert Jarvis.

L’estrema concentrazione della musica e la cura del dettaglio rendono consigliabile un ascolto diluito nel tempo, come suggeriscono le scarne note del CD; di qui la suddivisione delle sette tracce in due aree, non a caso chiamate “atti”.

Atti, perché l’ascolto ci mostra un teatro sonoro, in cui l’attore monologa e dialoga con altri personaggi che ne incarnano le voci, i sogni, gli incubi, generandone di nuovi, in un processo senza fine: identità e dualismo si annullano reciprocamente in un delirio lucido e liberissimo.

Le inesauribili risorse timbriche di Rutherford non giocano alla messa in autoevidenza narcisistica; al contrario si introvertono nel borborigmo, si frangono in glossolalie, articolano neologismi simili ad anagrammi, o quantomeno allusivi a un linguaggio noto (i titoli dei brani rendono, parzialmente, l’idea). Jarvis e Casserley ascoltano e auscultano; altrettanto fa il trombonista; non c’è una scheggia sonora sprecata: molteplice e uno si scambiano le “parti” lungo un flusso continuo. Nell’istante, l’alea diventa suono necessitato. Suono che l’elaborazione elettronica disseziona, ritarda, distorce, diventando essa stessa fonte autonoma di materiale acustico - non più impersonale strumento di manipolazione - che si giustappone a reminescenze del già sentito o ad anticipazioni di ciò che si ascolterà in seguito. Il procedimento di stratificazione non collassa mai, malgrado l’abbondanza di informazioni, grazie all’opportuno dosaggio dei colori, tanto repentini nell’addensarsi alle soglie del rumore bianco, quanto mercuriali nel disperdersi nello spazio senza una direzionalità eteronoma. Libertà di vagare e di errare, perché nella complessa realtà sociale, ed estetica, di oggi, no hay caminos, hay que caminar, per dirla con Luigi Nono. La schiera dei caminantes, anche se esigua e non sempre riconosciuta come meriterebbe, prosegue caparbia il suo percorso di ricerca.

Visita la pagina web di Paul Rutherford Visita il sito di Lawrence Casserley Visita il sito di Robert Jarvis

Track Listing

Act 1 - 01. Zenquahn - 05:37; 02. Ombuhl - 12:52; 03.Bodrivar - 12:09; 04.Falgoric - 08:05; Act 2 - 05.Brelfor -11:06; 06. Felcrum - 13:26; 07.Myilcra - 07:36

Personnel

Paul Rutherford (trombone); Robert Jarvis (live computer processing); Lawrence Casserley (live computer processing)

Album information

Title: Iskra³ | Year Released: 2006 | Record Label: Psi

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