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Oded Tzur: Isabela
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A due anni di distanza dall'eccellente disco di esordio su ECM Here Be Dragons, preceduto da due CD pubblicati per Enja, che aveva sollevato lodi sperticate da parte di un po' tutta la critica, il sassofonista israeliano (ma basato a New York) Oded Tzur prova a bissarne il successo e non fallisce. Il nuovo lavoro ribadisce in pieno l'ottima impressione suscitata dall'album precedente e conferma il sassofonista come uno dei più interessanti tra gli astri nascenti del nuovo jazz internazionale.
Il sassofonista ha concepito l'album come una suite in cinque parti che dipinge un ritratto della moglie; la musica si basa su un raga le cui note sono introdotte nell'iniziale "Invocation," dove è particolarmente evidente la tecnica strumentale microtonale che caratterizza il sassofonista, che è stato allievo del virtuoso indiano di flauto bansuri Dr. N Ramani - Hariprasad Chaurasia. L'inflessione morbida che ritroviamo lungo tutto il disco assume qui un tono flautistico, in un evidente omaggio al maestro. I brani successivi mantengono l'atmosfera idilliaca che ben si confà a un'opera composta come una dichiarazione d'amore, svolgendosi comunque in un contesto più jazzistico grazie all'apporto dei musicisti al suo fianco, confermati dal disco precedente. Da menzionare specialmente il pianista Nitai Hershkovits, che contribuisce nettamente allo sviluppo della musica col suo accompagnamento e i numerosi assoli. L'album è molto breve per gli standard attuali (appena 35 minuti), e questa sembra essere una tendenza in atto nei lavori più recenti targati ECM, probabilmente anche per favorirne la pubblicazione in vinile, che per Isabela sarà disponibile in autunno.
La via intrapresa da Tzur sembra promettente nel suo ricercare un approccio nuovo e originale alla sintesi di oriente e occidente già affrontata in passato da molti altri musicisti. Vedremo quali ne saranno gli sviluppi, ma intanto godiamoci questa ottima musica e accogliamo un nuovo sicuro talento tra i nomi da seguire.
Album della settimana.
Il sassofonista ha concepito l'album come una suite in cinque parti che dipinge un ritratto della moglie; la musica si basa su un raga le cui note sono introdotte nell'iniziale "Invocation," dove è particolarmente evidente la tecnica strumentale microtonale che caratterizza il sassofonista, che è stato allievo del virtuoso indiano di flauto bansuri Dr. N Ramani - Hariprasad Chaurasia. L'inflessione morbida che ritroviamo lungo tutto il disco assume qui un tono flautistico, in un evidente omaggio al maestro. I brani successivi mantengono l'atmosfera idilliaca che ben si confà a un'opera composta come una dichiarazione d'amore, svolgendosi comunque in un contesto più jazzistico grazie all'apporto dei musicisti al suo fianco, confermati dal disco precedente. Da menzionare specialmente il pianista Nitai Hershkovits, che contribuisce nettamente allo sviluppo della musica col suo accompagnamento e i numerosi assoli. L'album è molto breve per gli standard attuali (appena 35 minuti), e questa sembra essere una tendenza in atto nei lavori più recenti targati ECM, probabilmente anche per favorirne la pubblicazione in vinile, che per Isabela sarà disponibile in autunno.
La via intrapresa da Tzur sembra promettente nel suo ricercare un approccio nuovo e originale alla sintesi di oriente e occidente già affrontata in passato da molti altri musicisti. Vedremo quali ne saranno gli sviluppi, ma intanto godiamoci questa ottima musica e accogliamo un nuovo sicuro talento tra i nomi da seguire.
Album della settimana.
Track Listing
Invocation; Noam; The Lion Turtle; Isabela; Love Song For The Rainy Season.
Personnel
Oded Tzur
saxophone, tenorNitai Hershkovits
pianoPetros Klampanis
bass, acousticJohnathan Blake
drumsAlbum information
Title: Isabela | Year Released: 2022 | Record Label: ECM Records
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About Oded Tzur
Instrument: Saxophone, tenor
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