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Quilibrì: Il Drago è Astratto

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Quilibrì: Il Drago è Astratto
L'album precedente di Quilibrì poteva far pensare in modo traslato al modello degli Oregon, come è stato fatto notare nelle recensioni a suo tempo pubblicate di quel lavoro, Eco Fato. Questo secondo CD, che nel titolo Il Drago è Astratto rivela ancora un fine gusto linguistico per il gioco dei doppi sensi e delle assonanze, mette bene a fuoco tutte la carte e sviluppa i molti aspetti contenuti in embrione nel precedente lavoro, chiarendo che la direzione non è quella autocompiaciuta ed estetizzante del gruppo statunitense sopra citato.

Ci troviamo qui davanti a un lavoro complesso e maturo, che pone in rilievo la personalità di Andrea Ayassot. Personaggio appartato quanto basta per mimetizzare il proprio nome dentro quello del gruppo, ma che poi si rivela autore di tutte le composizioni e interprete di pregnante valore con il proprio sax, come si è potuto notare d'altra parte nella sua attività con Franco D'Andrea. In questo caso è il soprano (ricurvo) ad avere la parte di protagonista, e proprio la personalità che Ayassot conferisce allo strumento rappresenta uno degli aspetti da sottolineare.

Ayassot plasma con cura la propria sonorità e il proprio fraseggio, riuscendo a trovare un filone di originalità per uno strumento i cui modelli, lo sappiamo bene, sono oltremodo ingombranti e hanno obbligato fior di solisti a fare seri conti con una miniera ricca di trabocchetti. La sonorità di Ayassot è asciutta, acidula, ma sempre pronta ad aprirsi negli squarci lirici. Nel suo fraseggio schietto si riescono a coniugare l'astrazione e una forte dose emotiva, comunicativa. Che sia proprio questo un senso del drago astratto a cui si riferisce il titolo? Un altro senso, esplicitato dallo stesso musicista, sta nel parallelismo tra rapporti numerici, poliritmi e rapporti di frequenza sonora. Draghi e astrazioni, appunto.

La formazione di questo secondo album, composta da musicisti ben sintonizzati sul progetto generale, è aumentata di un elemento, Andrea Bozzetto al piano e alle tastiere. Inserimento non indifferente, perché fa acquisire al gruppo una dimensione di parziale rispecchiamento, di complessità poliritmica, già presente in embrione nel precedente quintetto con le doppie percussioni, ma qui rimarcata dalla coppia di chitarra (con l'ottimo Karsten Lipp) e tastiere. Strumenti che per un certo verso dialogano appunto nel rispecchiamento reciproco e nel contempo costruiscono episodi di fitto intreccio sul quale si muove la voce del sax o del solista di turno.

La densa stratificazione di ritmi e motivi contribuisce a focalizzare l'interesse sull'aspetto compositivo, di grande varietà e coerenza: si ascolti in "Edelweiss" il riferimento a Ornette di un tema immerso nel forte sapore caraibico; in "Neve, luna, fiore di ciliegio" la cellula tematica che si fonda sulla variazione di tonalità, e si addensa nella ripetizione; in "Caffo" l'iniziale metro in cinque, al quale viene impresso un andamento africano, che conduce a episodi differenti per carattere e modulo ritmico, magistralmente legati nella loro sequenza. Un disco che merita di essere ascoltato con riguardo, e che ricambia abbondantemente l'attenzione.

Track Listing

01. Baboo's Tea Yarn; 02. Neve, luna, fiore di ciliegio; 03. Edelweiss; 04. Qui in aria; 05. Easy; 06. Caffo; 07. Un serpent sur la route; 08. Ballombroso. Tutte le composizioni sono di Andrea Ayassot.

Personnel

Andrea Ayassot (sax soprano); Karsten Lipp (chitarre); Andrea Bozzetto (piano, tastiere); Stefano Risso (contrabbasso); Adriano De Micco (percussioni); Luca Spena (percussioni).

Album information

Title: Il Drago è Astratto | Year Released: 2012


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