Alvin Queen: I Ain´t Looking at You

L'occasione per registrare ancora è venuta dall'incontro con un gruppo di giovani, mettendo Mike LeDonne per l'occasione dietro un organo Hammond invece che al solito pianoforte, uno strumento che Alvin Queen ha di recente usato con Lonnie Smith in un classico trio insieme al chitarrista Melvin Sparks.

Nel nuovo disco Queen allarga la formazione con tromba e sax alto e si prende ovviamente delle libertà dietro il suo strumento immettendo degli assoli di batteria, come in "Seven Steps to Heaven" di Miles Davis abbastanza lunghi, senza risultare tedioso. Ovvio che il confronto con i giovani non poteva che fargli bene, e questi a loro volta stanno lì a suonare e mostrare la differenza che sul genere ancora esiste fra musicisti americani ed europei: sarà un problema di feeling o forse di scuola, ma quando si cominciano a fare brani che vanno più sul funky o sul blues come qui, ci si rende conto che la globalizzazione dei linguaggi ancora ha da aspettare. Il gruppo emana un'energia contagiosa, swingante, ed i musicisti sono sempre al massimo delle possibilità tecniche dei loro strumenti, puliti e precisi nell'emissione delle note, nei collettivi e negli assoli, che Queen lascia generosamente ai sideman.

Il disco non si distacca molto da quelle che sono le direttive del neo bop che conosciamo da altre case discografiche specializzate nel genere - mentre la Enja è piuttosto aperta nella scelta del materiale da pubblicare - e renderà entusiasta gli appassionati del genere. La scelta dei brani è una felice mistura di originals e standards scelti con molta cura, perfettamente adatti al sound della band.

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