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Fabrizio Sferra 4tet al Pinocchio Live Jazz

Courtesy Annamaria Lucchetti
Pinocchio Live Jazz
Firenze
15 febbraio 2025
Fresco di registrazione di un CD che dovrebbe uscire entro l'anno per Parco della Musica Records, il quartetto del batterista romano Fabrizio Sferra si è presentato sul palcoscenico fiorentino del Pinocchio Live Jazz mostrando un invidiabile affiatamento, elemento fondamentale della qualità del concerto assieme all'eccellenza dei quattro protagonisti.
La formazione messa assieme da Sferra è in effetti composta di individualità di grande spicco, a cominciare da Francesco Bearzatti, uno dei nostri migliori sassofonisti e acclamatissimo anche all'estero, per continuare con Giovanni Guidi, già enfant prodige e oggi pianista affermato che pubblica i suoi lavori per ECM, fino a Igor Legari, ancor giovane artista salentino residente a Roma, che si sta affermando come uno dei nostri migliori contrabbassisti.
Guidati dall'evidentemente ottimo lavoro di regia svolto dal leader, i musicisti hanno interpretato un repertorio quasi interamente originale, dal mood vagamente nordeuropeo che si adattava ottimamente sia alla cifra di Guidi, sia alla corposità del suono di Legari ancorché non privo di un lirismo mediterraneo in filigrana esaltato, questo, dal particolarissimo stile batteristico di Sferra e dagli stilemi adottati per l'occasione da Bearzatti.
Il sassofonista, impegnato solo al tenore, forse sorprendendo coloro che lo ricordavano soprattutto per l'irruenza del suo quartetto Tinissima o nel recente trio in cui rielaborava la musica dei Led Zeppellin, ha infatti suonato con dinamiche estremamente misurate, cesellando le sfumature e interpretando con sentimento i passaggi più drammatici o malinconici. In questo era magistralmente coadiuvato dalla delicatezza di Sferra alla batteria e di Legari al contrabbasso, ma soprattutto affiancato al piano da un Guidi che, a più riprese, "incastrava" i propri interventi nelle pause della narrazione del sax, sottolineandone i passaggi con accentazioni dinamiche e persino prendendone il posto di narratore e lasciando a Bearzatti il ruolo dell'accompagnatore. Un duettante scambio di ruoli che ha a più riprese costituito uno dei momenti più affascinanti del concerto.
Per il resto il concerto ha offerto una musica accogliente e coinvolgente, alla quale lasciarsi andare: forse non particolarmente sorprendente, ma pur sempre con una cifra personale, appunto in equilibrio tra la tradizione jazzistica italiana e quella, più algida, europea. Un impasto che, complice la citata maestria dei protagonisti, ha affascinato il numeroso pubblico presente, che non ha fatto mancare il calore agli artisti.
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