DEM Ensemble: Erguvan

La purezza, la pulizia timbrica e la perfezione degli incastri e delle geometrie sono gli elementi che più colpiscono in questo bellissimo album dell'ensemble turco, di cui Tokaç, Erdal e Güray sono i tre membri fondatori. L'intersecarsi delle innumerevoli corde, a tratti vorticoso ma sempre in possesso di un invidiabile aplomb, su cui s'inserisce con generosità il flauto ney, dotano in effetti questa musica, già di per sé forte di un potere seduttivo-ancestrale straordinario, un senso quasi di assoluto, di totalizzante.

Il titolo del disco, che significa "fiore dell'albero di Giuda," rimanda a quello che è un po' il simbolo di Istanbul, che "appare per un brevissimo istante ad ogni primavera—veniamo a sapere—difficile da trovare come ogni cosa delicata e gentile." E nel rispetto di quell'autentico crocevia etnico-culturale che è l'antica capitale turca, il repertorio visitato dal quintetto attraversa l'intera penisola anatolica spingendosi fin sulla sponda egea, senza disdegnare la componente improvvisativa, del resto tipica della musica extra-occidentale.

Inciso a Torino, Istanbul e Ankara fra estate 2008 e primavera 2013, l'album include venti brani brevi (nessuno raggiunge i cinque minuti), il che gli dà ulteriore sprint, non indulgendo mai troppo la musica attorno a un'unica idea, linea, atmosfera. Ogni episodio è così una nuova piccola scoperta, accompagnati dalla preziosità, l'eleganza, ma nel contempo la pienezza, spesso la plasticità, anche il periodico ripiegare su umori più soffici, che fanno di questo lavoro un esempio di come classicità e modernità possano intrecciarsi senza alcun tipo di frizione.

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