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Zeno De Rossi Trio: Elpis

Zeno De Rossi Trio: Elpis
A sei anni dall'eccellente Kepos , torna il trio di Zeno De Rossi, con Giorgio Pacorig al Fender Rodhes e Francesco Bigoni a sax tenore e clarinetto. Non che il batterista veronese nel frattempo fosse stato fermo: accanto alle tante compatercipazioni di prestigio avevano infatti visto la luce Zenophilia, in trio con Filippo Vignato e Piero Bittolo Bon, e Sleep Talking, in duo proprio con Pacorig. Qui viene ripreso il bel discorso intrapreso con i due storici collaboratori, come allora su atmosfere variegate, tra composizioni originali (quasi tutte di De Rossi, tranne "Being Kapesh" e "Rye," di Bigoni) e qualche omaggio. Questa volta il CD viene pubblicato dalla statunitense Skirl Records, l'etichetta discografica gestita da Chris Speed, da tempo uno dei principali collaboratori di De Rossi.

L'apertura, notevolissima, è tra questi ultimi: una composizione del da poco scomparso Daniel Johnston, nella quale tra scintillii del Rodhes e tambureggiare della batteria a farla da padrone è il tenore di Bigoni, che ne interpreta il lirismo in modo struggente, con grande ricchezza di forme espressive. La situazione si ripete nei due brani successivi, anche se in "Abuela Maria," di De Rossi, prende spazio anche Pacorig, che gioca a evocare trascendenze con le sonorità elettriche del Fender, mentre in "Being Kepesh," di Bigoni, è proprio il leader ad affiancare il sax con un lavoro narrativo alla batteria, ripetuto nel successivo "Bread."

Decisamente corale "To the Masters," di De Rossi, nel quale ancora una volta Bigoni offre un pezzo di bravura al tenore, esponendo il tema e avventurandosi in una lunga, tormentatamente espressiva ma sempre leggibile improvvisazione narrativa, ma accanto a lui è magistrale il lavoro sia della batteria del leader, densamente intenso, sia del Fender di Pacorig, che crea costantemente colori diversi.

È nell'omaggio a Bill Frisell, la sospesa "Kaddish," che Bigoni imbraccia il clarinetto e si esprime in modo più lieve e cameristico, interagendo con la batteria e lasciando a Pacorig la descrizione degli sfondi. Una situazione che si ripresenterà in "Jean," nella conclusiva "Not in Toulouse" e—in modo ancor più marcato—in "Les Anges," l'ultimo omaggio (stavolta nientemeno che a Erik Satie). Invece "Rye"—di Bigoni, che la interpreta al tenore—è una narrazione lenta e ipnotica che s'impenna per la spinta della batteria, mentre "Sam" (nella quale compare Alessandro "Asso" Stefana, compagno di De Rossi in Guano Padano) e la breve "Speed Limit 50" tornano su intensità dinamiche più elevate, la prima avvalendosi di un raddoppio della voce del tenore per sviluppare una cavalcata dal sapore vagamente ispanico, l'altra reitenrando al sax un riff ossessivo screziato dal Rodhes e amplificato dalla potenza della batteria.

Lavoro godibilissimo a dispetto della irregolarità delle strutture, cui il Fender di Pacorig e il lavoro precipuo di De Rossi conferiscono un colore decisamente personale, reso avvincente dall'interpretazione di Bigoni, davvero magistrale soprattutto al tenore.

Album della settimana.

Track Listing

Cathy Cline; Abuela Maria; Being Kepesh; Bread; To the Masters; Kaddish; Sam; Rye; Jean; Speed Limit 50 ; Les Anges; Not in Toulouse.

Personnel

Additional Instrumentation

Francesco Bigoni: clarinet; Alessandro “Asso” Stefana: electric guitar, banjo, tape echo in “Sam”.

Album information

Title: Elpis | Year Released: 2020 | Record Label: Skirl Records

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