Owen Howard: Drum Lore

Ossia un album dalla grande varietà stilistica, che copre quasi ottant'anni di jazz ma soprattutto presenta esclusivamente brani usciti dalla penna, e non solo dalle bacchette, di batteristi che hanno lasciato tracce importanti nella storia della musica afroamericana. L'aspetto che sorprende maggiormente in Drum Lore è l'organicità e la compattezza del risultato a dispetto del periodo temporale coperto che va dal Chuck Webb anni Trenta passando per il Tony William periodo Blue Note e arrivare al Peter Erskine targato ECM.

Ciò grazie ai grandi musicisti che accompagnano il leader, tra i quali spicca in modo particolare Frank Carlberg, pianista con un piede saldamente nella tradizione e l'altro attratto irresistibilmente dalle libere forme e dalla sperimentazione, mai pienamente considerato nella sua grandezza. E grazie soprattutto alla sopraffina abilità di arrangiatore del leader in grado di rispettare l'idea originale del compositore innervandola di freschezza e di soluzioni sorprendenti .

E' un piacere sentire le cadenze folk di "Bulgaria" aprirsi ad atmosfere rarefatte ed asimmetriche, o la splendida "Zoot Suite" con il riff assassino che ti inchioda alla sedia, le languide armonizzazioni e i raffinati incroci dei fiati. O ancora la sognante "It Should've Happened Long Time Ago" assumere le cadenze di un malizioso minuetto, o la percussiva "Togo," trasformarsi in una gioiosa danza tribale. Ma tutto l'album è da godere e da apprezzare nelle sue molteplici sfaccettature.

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