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Charles Lloyd Trios: Chapel, Ocean

Cosa deve ancora dimostrare Charles Lloyd, dopo oltre 60 anni di carriera al vertice del jazz (con le dovute pause)? Nulla, è chiaro.

E allora in questi ultimi anni, il sassofonista di Memphis si abbandona ad un intimismo che scava nelle pieghe di una vita che ne ha viste passare tante, pacificata infine nella saggezza della meditazione, ai confini del silenzio.

Rispetto alle musiche di The Marvels, questo progetto dei "Trios" asciuga ancor più gli accenti, rinunciando all'aspetto percussivo esplicito, pur così importante nelle architetture sonore di Lloyd, riposandosi in un camerismo di squisita sensibilità, dando più peso alle ellissi e alle allusioni.

In questo gioco Lloyd trova sponda naturale ad esempio nella chitarra di Bill Frisell, anch'egli da tempo lontano da increspature e sussulti, contento di un classicismo sorvegliato.

Charles Lloyd
Chapel
Blue Note Records
2022

In Chapel, registrato dal vivo a San Antonio, Texas, completa il trio Thomas Morgan al contrabbasso, le cui straordinarie tessiture di raccordo garantiscono una costante coerenza alle conversazioni di sax tenore o flauto e chitarra.

Il repertorio pesca da vecchi dischi del leader, come "Of Couse, of Course," "Lift Every Voice," "Voice in the Night," omaggia Billy Strayhorn e il classico di Ignacio Jacinto Villa "Ay Amor," cantato da molti, tra cui Caetano Veloso.

Il clima si mantiene rarefatto, in cerca di sfumature, echi di memorie, riflessioni introspettive, fino all'incanto della finale "Dorothea's Studio," dall'andamento tex-mex, congeniale come sappiamo sia a Lloyd che a Frisell.

Charles Lloyd
Ocean
Blue Note Records
2022 Più variegato e infine saporito, pur conservando la medesima ricetta, il trio con Gerald Clayton e Anthony Wilson, registrato dal vivo in studio a Santa Barbara, California.

Intanto perchè il pianoforte di Clayton arricchisce armonicamente la musica con invenzioni spesso dinamiche, con più colori e situazioni; poi perchè il repertorio, tutto a firma Lloyd, attraversa spazi più ariosi e cangianti.

La resa di "Hagar of the Inuits" è notevole, con il tenore ad aprire in solitudine e poi la congiunzione di piano e chitarra che scelgono frasi inattese, in libero contrappunto (sembra di sentire la lezione di Jimmy Giuffre..), ad enfatizzare un efficace "comping" di Clayton, pianista davvero brillante in ogni contesto espressivo. Wilson è meno originale di Frisell, ma di sicuro efficace in un ruolo che nel disco precedente era svolto dal basso di Morgan.

Lloyd passa al flauto nel delizioso blues di "Jamarillo Blues," rilassato ma con assoli sapidi, mentre la più canonica "Kuan Yin" riporta alla struttura di "Las Vegas Tango" di Gil Evans. Anche qui un Clayton molto concentrato infonde un certo nerbo all'esecuzione.

Liste dei brani e musicisti

Chapel

Brani: Bloodcount; Song My Lady Sings; Ay Amor; Beyond Darkness; Dorothea's Studio.

Musicisti: Charles Lloyd (sax tenore, flauto), Bill Frisell (chitarra), Thomas Morgan (contrabbasso).

Ocean

Brani: The Lonely One; Hagar of the Inuits; Jaramillo Blues (for Virginia Jaramillo and Danny Johnson); Kuan Yin.

Musicisti: Charles Lloyd (sax tenore e flauto), Grald Clayton (pianoforte), Anthony Wilson (chitarra).

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