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Duke Ellington: Carnegie Hall Concerts
ByGli anni Quaranta offrirono gli ultimi sprazzi della Swing Era, unico periodo che regalò ampio successo commerciale al jazz. Nel 1938 la Carnegie Hall aveva subito l'invasione dei fan di Benny Goodman, il quale confermò il suo coraggio portando sul palco musicisti neri dalle orchestre di Ellington e Basie. Nei decenni precedenti quella sala da concerto aveva ospitato gli esperimenti di jazz sinfonico voluti da Paul Whiteman, inclusa la prima di "Rapsodia in Blu," e il ragtime di James Reese Europe, ma affidare a un afroamericano un appuntamento fisso annuale (escluso il 1945) non fu certo una scelta di poco valore. Era conseguenza del prestigio di Ellington, in grado di offrire swing ai ballerini, assolo memorabili agli appassionati, composizioni e arrangiamenti unici a tutto il pubblico, anche non jazzistico.
La sua musica incantò e divise, ogni concerto unico pur seguendo uno schema di massima che si riassume in: nuove edizioni dei suoi classici jungle e swing, ritratti dei principali solisti, incursioni di Billy Strayhorn ai confini della contemporanea ("Dirge" dal concerto del 1943) e, soprattutto, una suite inedita.
La prima nel 1943 fu memorabile e oggetto di acerrime discussioni sulla stampa specializzata: "Black, Brown & Beige," descrizione sinfonica, in tre lunghi movimenti, della storia afroamericana, dalla schiavitù fino alle prime difficili conquiste legate alla Seconda Guerra Mondiale. La sua ampiezza, il respiro del materiale melodico, il dispiegarsi del lavorio timbrico ellingtoniano, sono oggi oggetto di ammirazione, ma all'epoca molti, incluso John Hammond, trovarono questo capolavoro la negazione dello spirito del jazz, secondo loro racchiuso in forme brevi, dalle strutture consolidate e ben riconoscibili.
La polemica fu tale da indurre Ellington ad abbandonare le durate sinfoniche e lanciarsi nella scrittura di quelle suite che sono oggi uno dei suoi lasciti più brillanti. "Black, Brown & Beige," nella sua completezza, scomparve per trenta anni, in attesa della scoperta di queste registrazioni, mentre i suoi passaggi più famosi continuarono a essere eseguiti dal vivo e furono incisi in due occasioni, la seconda delle quali vide la presenza di Mahalia Jackson. Eppure nulla supera la prima incisione, per il logico snodarsi dei movimenti e con la splendida voce di Betty Roché in "Mauve" (più nota come "The Blues").
L'orchestra in quegli anni aveva sì perso Ben Webster e Jimmy Blanton, ma rimaneva un'incredibile summa di talenti, le cui peculiarità timbriche erano il materiale grezzo plasmato da Ellington con genialità infallibile. Al Sears seppe proseguire la scuola del tenore carnale di Webster, fra le trombe si muovevano solisti del calibro di Ray Nance, Rex Stewart e Cat Anderson, i tromboni ospitavano le incredibili vocalizzazioni di Joe Nanton e l'eleganza di Lawrence Brown. La sezione sax viveva una fase di transizione fra la sua versione del 1940 e quella che avrebbe trionfato a Newport nel 1956. Ma in attesa di Paul Gonsalves e con Jimmy Hamilton appena inserito (1944), Hodges e Harry Carney offrivano sonorità uniche. Negli stessi anni si sviluppava la collaborazione con Billie Strayhorn, che proprio con i sax avrebbe mostrato di possedere una scrittura di straordinaria eleganza e spessore.
"B, B & B" tende a rubare la scena, ma la "Perfume Suite" del '44, "A Tonal Group" (1946), "Liberian Suite" (1947), non devo essere trascurate, perché di rado nel jazz si è ascoltata musica così originale e allo stesso tempo così immersa nei valori più profondi della tradizione.
Un'ultima nota sulla ricerca vocale: in quegli anni Ellington giocava a contrapporre jazz e canto lirico, con effetti che anticipano di decenni le avanguardie post AACM. "Transbluency" è l'esempio principale, nel 1946 impiegato come interludio fra "Diminuendo in Blue" e "Crescendo in Blue".
Non ci fu concerto che non vide scontro fra estimatori delle suite e loro nemici. Questi potevano essere fan del jazz come Hammond o cultori della musica classica, anch'essi urtati dallo scarso rispetto di Ellington per i confini fra generi. Furono lotte acerrime, preludio dello scontro fra tradizionalisti e modernisti e anche in questo Ellington fu all'avanguardai. Di quelle diatribe resta il ricordo, la musica, registrata in modo assai dignitoso considerata l'epoca, è meravigliosa, necessaria, avrebbe meritato l'aggiunta di nuove note critiche e, forse, un bel restauro sonoro. In compenso il prezzo è così competitivo da levare qualunque dubbio residuo.
Track Listing
CD 1: 01. The Star Spangled Banner - 1:13; 02. Black And Tan Fantasy - 6:36; 03. Rockin' In Rhythm - 4:27; 04. Moon Mist - 3:39; 05. Jumpin' Punkins - 3:29; 06. Portrait Of Bert Williams - 3:01; 07. Portrait Of Bojangles - 3:20; 08. Black Beauty (Portrait Of Flo Mills) - 3:39; 09. Ko-Ko - 2:24; 10. Dirge - 3:29; 11. Stomp - 3:02; 12. Are You Stickin'? - 3:10; 13. Black (First Movement) 21:58. CD 2: 01. Brown (Second Movement) - 12:02; 02. Beige (Third Movement) - 14:32; 03. Bakiff - 6:45; 04. Jack The Bear - 3:20; 05. Blue Belles Of Harlem - 6:11; 06. Cotton Tail - 2:16; 07. Day-Dream - 4:23; 08. Boy Meets Horn - 6:16; 09. Rose Of The Rio Grande - 2:14; 10. Don't Get Around Much Anymore - 4:29; 11. Going Up - 3:59; 12. Mood Indigo - 6:55. CD 3: 01. Blutopia - 4:19; 02. Midriff - 4:01; 03. Creole Love Call - 3:19; 04. Suddenly It Jumped - 2:51; 05. Pitter Panther Patter - 3:00; 06. It Don't Mean A Thing (If It Ain't Got That Swing) - 3:16; 07. Things Ain't What They Used To Be 12:42; 08. Spoken Introduction; 09. Sonata - 3:16; 10. Strange Feeling - 5:09; 11. Dancers In Love - 2:33; 12. Coloratura - 3:34. CD 4: 01. Work Song (Black, Brown & Beige) - 6:28; 02. The Blues - 4:37; 03. Three Dances: West Indian Dance/Creamy Brown/Emancipation Celebration - 6:31; 04. Come Sunday - 2:15; 05. The Mood To Be Wooed - 2:30; 06. Blue Cellophane - 3:15; 07. Blue Skies - 5:19; 08. Frankie And Johnny - 8:08. CD 5: 01. Caravan - 4:00; 02. In A Mellow Tone - 6:45; 03. Solid Old Man - 3:45; 04. Come Sunday - 2:15; 05. The Blues - 4:37; 06. Rugged Romeo - 4:12; 07. Sono - 5:30; 08. Air-Conditioned Jungle - 6:20; 09. Pitter Panther Patter - 3:00. CD 6: 01. Take The 'A' Train - 3:57;02. Melloditti - 8:20; 03. Fugueaditty - 3:18; 04. Jam-A-Ditty - 4:24; 05. Magenta Haze - 5:26; 06. Diminuendo In Blue/Transblucency; 07. Crescendo In Blue - 3:59; 08. Suburbanite - 4:35; 09. I'm Just A Lucky So And So - 5:57; 10. Riffin' Drill - 3:14. CD 7: 01. The New Look, Snibor - 3:44; 02. Blue Serge - 5:09; 03. Triple Play - 6:14; 04. Harlem Air Shaft - 3:13; 05. Wanderlust/Junior Hop/Jeep's Blues/Squatty Roo/The Mood To Be Wood; 06. Mella Brava - 4:11; 07. Kickapoo Joy Juice - 3:57; 08. On A Turquoise Cloud - 4:11; 09. Bakiff 6:45; 10. Cotton Tail - 2:51. CD 8: 01. Liberian Suite Pt. 1: I Like The Sunrise - 5:48; 02. Dance #1 (Liberian Suite) - 5:09; 03. Dance #2 (Liberian Suite) - 4:09; 04. Dance #3 (Liberian Suite) - 3:50; 05. Dance #4 (Liberian Suite) - 4:16; 06. Dance #5 (Liberian Suite) - 5:25; 07. East St. Louis Toodle-oo/Echoes Of Harlem/Black And Tan Fantasy/Things Ain't What They Used To Be; 08. Basso Profundo - 3:47; 09. New York City Blues - 4:59;10. Clothed Woman - 4:54; 11. Trumpets No End (Blue Skies) - 3:43.
Personnel
Duke Ellington
pianoDuke Ellington (pianoforte, direzione, composizione, arrangiamento) e musicisti vari.
Album information
Title: Carnegie Hall Concerts | Year Released: 2010 | Record Label: Prestige Records
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