Massimo Barbiero Silence Quartet: Briseide

I nuovi ingressi, che vanno ad affiancare la voce di Rossella Cangini e Barbiero stesso, sono il pianista Claudio Cojaniz e il contrabbassista Marc Abrams, due musicisti che già da tempo hanno sviluppato una forte sensibilità comune che portano all’interno del Silence Quartet, orientandone significativamente il lavoro in questa registrazione - si osservi, realizzata senza prove precedenti.

Il fatto poi che la quasi totalità dei brani presentati siano della penna del pianista - alcuni provengono dal recente piano solo Never Forever, ma sono significativamente modificati dagli interventi vocali - ancor più trascina le atmosfere orientate alla contemporanea del duo Berbiero-Cangini: si ascolti (e si guardi, visto che ve n’è una versione in video) “Narciso”, oppure “Prometeo”, nei quali i due operano senza accompagnamenti, per rendersene conto.

Il risultato è curioso e riuscito, perché il contrasto, per certi aspetti stridente, si fa alla fine virtuoso: la matericità messa in scena da Cojaniz e Abrams “scalda” le virtuosistiche improvvisazioni vocali della Cangini e le liberissime percussioni di Barbiero, venandole di blues e di tradizione afroamericana. Ed i sipari senza la voce (“Blue Question”, “Never Forever”), bellissimi, lungi dal separarsi dal lavoro corale, contribuiscono a ricordarne la radice e ad offrire all’ascoltatore un filo conduttore per l’ascolto globale.

Inutile sottolineare che il valore dei singoli - indispensabile elemento per la riuscita di un lavoro incentrato sull’interplay - è altissimo: tralasciando i ben noti Barbiero e Cojaniz, va detto che Rossella Cangini è un vulcano di effetti espressivi di limpidissima cifra, mentre Abrams eccelle particolarmente nei suoi interventi all’archetto.

Un lavoro, quindi, tanto particolare, quanto riuscito, che merita un ascolto attento e scevro da pregiudizi per poter essere apprezzato nella sua trasversale complessità.

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