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Barre Phillips - Live in Vienna

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Barre Phillips

Live in Vienna

MVD Visual

(2006)

Valutazione: 4 stelle

“...l’improvvisatore è colui che agisce spontaneamente, alla stessa maniera dell’artista che si esercita nell'action painting, e lascia scaturire dei suoni con gesto non premeditato. Tuttavia egli non può pretendere una totale gratuità, dal momento che la sua formazione di musicista, i suoi gusti e le sue attitudini lo faranno optare, consciamente o meno, per delle sonorità contenute in una sorta di vocabolario idiosincratico che egli possiede di suo e che non cesserà di ampliare.” (Johanne Rivest, "Alea, happening, improvvisazione, opera aperta", da Enciclopedia della musica: Il Novecento, vol. I, a cura di Jean-Jacque Nattiez, Ed. Einaudi, p. 318)

Scrivere di Barre Phillips non è certo cosa semplice! Musicista estroverso, figura di rilievo della prima e più genuina stagione del free jazz, nell’ambito della quale ha avuto modo di collaborare con i maggiori esponenti, - tra gli altri, Eric Dolphy, Ornette Coleman, Cecil Taylor ed Archie Sheep -, membro negli anni ‘70 del “The Trio” con John Surman e Stu Martin, e più recentemente del fantastico trio con Paul Bley ed Evan Parker, ricercatore ed improvvisatore, compositore ed autore di musiche per film e teatro, figura di primo piano nella definizione di una nuova stagione contrabbassistica volta all’emancipazione dello strumento dalle tecniche tradizionali e ad un ampliamento del repertorio in virtù delle nuove potenzialità acquisite, Barre Phillips si pone come l’anello esemplare di congiunzione tra free jazz e avanguardia contemporanea, nella loro comune ricerca di quell’istinto improvvisativo primordiale slegato da qualsiasi concezione e restrizione estetica oggettiva ed oggettivante. Detto questo si comprende lo spessore del personaggio, autorevolissimo e coltissimo, ma in qualche modo, comunque, non certo facilmente assimilabile, dato l’estroverso modo d’intendere l’atto esecutivo, nel quale lo strumento si trova ad essere defunzionalizzato e proiettato in un universo sonoro completamente estraneo alla propria storia e letteratura, per rivivere di una nuova vita, a volte così lontana dalla precedente, tanto da suonare quasi eccessiva.

Questo DVD è la prova essenziale di un percorso musicale che muove in questo senso. La performance passa da atmosfere tenui dove il suono solo dello strumento proietta un canto melodico che esaurisce la sua funzionalità nella ricerca timbrico-ritmica del musicista, che si appropria nel fare ciò di tecniche attinte da altri repertori strumentali - chitarra ed arpa, principalmente -, a momenti in cui la modalità performativa dell’arco si perde, addirittura, non solo nell’inconsueto atteggiamento esecutivo, ma anche nella stessa impugnatura dell’oggetto stesso, che diventa nelle mani del Maestro una sorta di bastone con il quale il contrabbasso viene aggredito e percosso!

Il risultato è una sorta di primitiva rinascita dello strumento trasformato in percussione. E’ un gioco che, in un certo senso lascia un po’ perplesso chi è legato ad una concezione avanguardistica che si pone come evoluzione di una cultura precedente dalla quale procedere, ma non scalfire o distruggere, ma bisogna anche, sinceramente, ammettere che trova il suo senso ed attualità in un modo di intendere l’atto improvvisativo come libertà da qualsiasi vincolo formale, espressione gestuale ancestrale sottoposta all’immediatezza dell’esecuzione. Esempio estremo di quella che potrebbe considerarsi l’ironica, ma nient’affatto banale, assurdità di questa ricerca è quando il musicista prova a coinvolgere, nel mondo acustico creato, il suono del cavo microfonico posto di fronte, percuotendolo con l’arco: l’universo si ampia ed ogni rumore-suono diventa un “object sonore” da cui poter trarre fonte ed ispirazione!

Secondo quest’ottica di ricerca bisogna anche analizzare il duo con John Hollenbeck, la cui performance al piano preparato coinvolge spazi sonori già con una tradizione maggiormente assodata, anche quando si coadiuva con strumenti quali bacchette, clavi e vari altri, atti a percuotere la tastiera.

Un DVD assolutamente necessario per chi voglia approfondire le tecniche e le tematiche avanguardistiche più estreme legate allo strumento del contrabbasso, prezioso in quanto testimonianza storica e musicologica di un processo che trova fondatezza e senso nelle ricerche improvvisative contemporanee - mi riferisco soprattutto alla scuola d’avanguardia americana legata alla figura di John Cage, ma anche al free jazz più estroverso, di Cecil Taylor per esempio; diverso e sostanzialmente opposto è l’approccio al contrabbasso da parte della scuola avanguardistica europea, legata soprattutto ai nomi dei Grillo e Scodanibbio, i quali partono nella loro esplorazione estrema dello strumento da presupposti teorici e tecnici ben saldi nella consapevolezza e coscienza storica - e che esula dal mero aspetto melo-musicale, per trovare ragione e linfa vitale nella semiosi stessa dello strumento e nel surplus di significato che ne scaturisce.


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