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Jazz Articles about Claudio Cojaniz

Album Review

Cojaniz - Maier - Gandhi e la Scuola di Musica Diocesana di Mortegliano: La Scuola di Musica incontra... il Jazz

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Questo eccellente CD documenta di cosa può esser capace il jazz allorché - invece che scimmiottare la musica di moda e di mercato - riesca ad utilizzare quella radice genuinamente popolare che esso porta con sé fin dalla sua nascita, quando era momento di coesione sociale delle comunità nere degli Stati Uniti. Qui, praticato da tre personalità di altissimo livello musicale, ma al tempo stesso di ancor più elevate qualità umane, il jazz “scende" ad incontrare da un lato chi ...

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Album Review

Claudio Cojaniz: Intermission Riff

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A circa due anni dal precedente ed eccellente Never Forever Claudio Cojaniz torna a presentarsi su disco nella forma che preferisce: il piano solo. Con Intermission Riff il musicista prosegue in parte il percorso meno focoso e più riflessivo rispetto al passato che già si era palesato nel disco precedente. Ne sono prova la lettura in certi momento quasi melodica di “Ask Me Now”, o la sorprendente, meditativa “A Perfect day”, classico e non frequentemente ripreso brano di Lou Reed. ...

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Album Review

Giancarlo Velliscig: Obsoleti

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Un disco fatto in amicizia, da un ex cantante (ma siamo sicuri che sia davvero “ex”?) e da un manipolo di affermati musicisti. Un disco “incazzoso” (“dove sono finite (…) quelle menti curiose e incazzose e scontrose che ogni sera venivano qui?”, si canta in “E ora?”), ma anche poetico e sensibile (“Valentino”), drittamente politico (“Massima economica”) e malinconico (“Per amare te”), fatto di storie al tempo stesso private e pubbliche. Un disco che tiene fede al suo titolo, Obsoleti, ...

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Album Review

Claudio Cojaniz: Never Forever

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Il piano solo è una difficile forma espressiva che non tutti i musicisti osano affrontare. Il pianista friulano Claudio Cojaniz ne è invece un assiduo frequentatore (clicca qui per leggere il recente concerto fiorentino) e questo Never Forever è la sua seconda registrazione in solitudine, dopo Blue Demon, del 2000. Il lavoro mostra un Cojaniz fedele a se stesso, ma al tempo stesso mutato. Messo almeno esplicitamente un po' da parte l'amato Thelonioos Monk (a cui viene dedicata solo l'ultima ...


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