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Antonello Salis & Antonino Siringo al Pinocchio Jazz di Firenze

Antonello Salis & Antonino Siringo al Pinocchio Jazz di Firenze
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Antonello Salis & Antonino Siringo "Improvvisanto"
Pinocchio Live Jazz
Firenze
12.01.2019

La parte 2019 della stagione del Pinocchio Jazz ha aperto con un appuntamento di particolare interesse: l'incontro tra uno dei maggiori rappresentanti dell'improvvisazione in Italia qual è Antonello Salis e il pianista Antonino Siringo, formazione classica, grande interprete di musica contemporanea ma anche amante del jazz e dell'improvvisazione (è il responsabile della sezione jazzistica della prestigiosa Scuola di Musica di Fiesole), che di Salis è da sempre un forte estimatore.

Il duo, denominato Improvvisanto, vedeva Siringo impegnato al pianoforte, mentre Salis si alternava alle tastiere elettroniche e all'amata fisarmonica, come sempre suonata alla sua ineguagliabile maniera. E ha dato vita a un concerto pieno di sorprese, invenzioni, pezzi di bravura costruiti in coppia, come se i due suonassero assieme da una vita.

La cifra principale era quella dell'improvvisazione, giocata su un'intesa istintiva ma anche su comuni amori, più per le forme che per i repertori nel senso classico del termine. Con un elemento preciso che attraversava in filigrana tutto il concerto: la forte attenzione all'aspetto ritmico—cosa ben studiata, se si pensa che, in formazione, mancava affatto la componente ritmica—sostenuto in particolare da Siringo, che ha dato spazio alle modalità percussive di espressione alla tastiera, tratte dalla sua passione per Cecil Taylor, per Thelonious Monk e per la musica africana.

Proprio quell'elemento ritmico ha valorizzato la ben nota, magmatica e totalmente imprevedibile creatività di Salis alla fisarmonica, ancorandola a una cadenza che ne implementava la fruizione. Viceversa, quando l'artista sardo si spostava alle tastiere elettroniche era lui stesso a creare attorno al pianoforte una cornice suggestiva, costruendo un impasto di suoni mai scontato, personalissimo.

Va notato che Siringo ha mostrato al piano la varietà delle sue forme espressive: oltre alla ricorrente percussività, ha costantemente cambiato scenari, con scatti e tagli che prendeva a prestito dalla musica contemporanea, operando spesso anche direttamente sulle corde dello strumento o modificando il suono di queste ultime con l'inserimento di oggetti. Il tutto mai superficialmente, ma sempre con una ben precisa finalizzazione estetica.

Salis e Siringo hanno dato vita a due set di poco meno di un paio di ore complessive, fatti di brani estremamente lunghi, nei quali non sono mancate citazioni dalle più diverse origini—classiche, etniche, jazzistiche—che hanno trovato il loro punto massimo nel divertito brano conclusivo, nel quale sono entrati—spesso in forma stravolta—diversi temi di Ennio Morricone, che rimbalzavano dall'uno all'altro, cambiando forma e trasformandosi di volta in volta in temi diversi. Un divertissement che ha concluso con (relativa) leggerezza un concerto colto e complesso nelle forme, ma—vuoi per la contagiosa passione trasmessa dai due musicisti, vuoi perché non solo la semplicità può catturare e divertire—al tempo stesso piacevolissimo e assai apprezzato da un pubblico—buona notizia!—tutt'altro che scarso.

Foto: Giovanni Fedi.

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