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Ernest Dawkins: Afro Straight

Ernest Dawkins: Afro Straight
Ecco un disco tutto sommato insolito, non facile da decifrare: si tratta infatti di una reinterpretazione di una parte della tradizione afroamericana da parte di un musicista non più giovane, appartenente ad una scuola solitamente associata all'avanguardia. La città in questione, dove questo CD è stato registrato nell'ottobre 2010 e nell'aprile 2012, è Chicago, luogo generatore anche in questi ultimi vent'anni di fermenti e nomi nuovi. Il musicista è il sessantenne Ernest Dawkins, da sempre autorevole membro dell'AACM. La tradizione invece è quella gloriosa, racchiusa fra gli anni Cinquanta e Sessanta, dell'Hard bop, giustamente difesa da Leroi Jones in Il popolo del blues come espressione autentica dello spirito nero-americano, in seguito convogliata nell'accogliente filone del mainstream.

Nel retrocopertina si precisa che Dawkins, dopo cinque dischi per la Delmark alla testa del New Horizons Ensemble (tra i quali The Messenger - Live At the Original Velvet Lounge e tre come coleader dell'Ethnic Heritage Ensemble, guida ora un nuovo e selezionato gruppo per affrontare un programma di "straight ahead jazz featuring African, Afro-Latin and African-American percussion". Il repertorio è formato da brani stranoti di Coltrane, Shorter, Billie Holiday ed altri, mentre "Old Man Blues," scritto dallo stesso Dawkins, ripercorre rispettosamente le tracce del blues canonico.

Cosa caratterizza questa versione della tradizione da parte del sassofonista e leader di Chicago? Essa non possiede né la patina o l'attualizzato perfezionismo del mainstream, né l'impronta innovativa e la definizione dell'Hard bop originario. Se confrontata con i capolavori di quest'ultimo essa appare impregnata di una certa ruvidezza, a volte di una schematicità un po' approssimativa; pur tuttavia essa vive di una genuina vitalità, di un senso d'indubbia appartenenza culturale.

Le screziate increspature della tromba di Corey Wilkes possono ricordare la pronuncia di Lee Morgan o Donald Byrd, senza possederne la perentoria e trascinante esattezza formale. Il pianismo modale e tyneriano di Willerm Delisfort non è esente da qualche soluzione rigida e risaputa. Notevoli invece la sonorità e il drive del contrabbasso di Junius Paul, mentre in molti brani hanno un ruolo importante le percussioni: anzi esse godono di un intermezzo tutto per loro nel breve "Afro Straight," a firma del sassofonista. Quest'ultimo, oltre che regista dell'intero percorso musicale, risulta comunque il solista in maggiore evidenza e di più spiccata personalità: sia al tenore che all'alto palesa una lirica mobilità, omaggiando qua e là molti dei maestri del passato.

Track Listing

Mr. PC; United; Afro Straight; Central Park West; Woody ‘N You; Softly As A Morning Sunrise; God Bless the Child; Footprints; Old Man Blues; Juju.

Personnel

Ernest Dawkins
saxophone

Ernest Dawkins: alto saxophone, tenor saxophone, percussion; Corey Wilkes; trumpet; Willerm Delisfort: piano; Junius Paul: bass; Isaiah Spencer: drums; Ruben Alvarez: congas, bongos, chimes, shaker; Greg Carmouche: congas; Greg Penn: congas; Ben Paterson: Hammond B3 organ.

Album information

Title: Afro Straight | Year Released: 2013 | Record Label: Delmark Records

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