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Bob Downes Open Music: 5 Trios
ByQualcuno lo ha definito la risposta europea a Rahsaan Roland Kirk, ma Downes è sempre sfuggito a ogni classificazione. Basti pensare che, agli inizi carriera, la sua fonte d'ispirazione fu la mezzosoprano Cathy Berberian: una lezione di completa libertà artistica che l'inglese ha applicato prima alla voce e solo in un secondo tempo al flauto, componendo e arrangiando musiche per spettacoli di danza contemporanea. Un'arte ben rappresentata da Diversions, uscito nel 1972 per l'Openian (una delle prime etichette Indipendenti e autogestite del British Jazz), e che l'artista ha cercato, tra alti e bassi, di preservare fino ai giorni nostri con un'onestà e una coerenza intellettuale che ha pochi confronti. Lo dimostra anche questo nuovo disco, che segue a poca distanza Flashback (Openian 2009) e Crossing Borders (Reel Recordings, 2009), e che, come questi ultimi, raccoglie tracce d'archivio.
In tutto 12 composizioni che spaziano dal 1970 al 1979 con Downes affiancato dal fido Denis Smith ai tamburi (in pratica l'unico membro stabile della Bob Downes Open Music) e accompagnato al basso alternativamente da una squadra di musicisti di scuola inglese: Jeff Clyne, Barry Guy, Neville Whitehead, Marc Meggido e Paul Bridge. Complessivamente cinque "power trio," la formazione preferita da Downes che si è sempre circondato di bassisti di prim'ordine, artefici di una musicalità vibrante ed esplosiva che spesso sconfina nel free e che sembra provenire da misteriosi e arcaici giacimenti di note.
Diciamo subito che pur trattandosi di registrazioni "storiche" non si tratta di una mera operazione di archeologia musicale. Anzi. Basta ascoltare l'inedita "Moonstruck," tratta da una session del 1971 con Barry Guy, che qui alterna arco e pizzicato: una febbrile danza aliena con Downes al flauto alto impegnato a ricamare scale orientali e una sezione ritmica sempre sull'orlo del caos.
È Il caso ad esempio anche di "Spooks," emersa da una registrazione del 1970, introdotta da una marcetta apparentemente innocente (qui Downes è al sax tenore) che si sviluppa in una furiosa jam dalle reminescenze sheepiane per terminare in un'apparente quiete misteriosamente agitata da "diversioni" da brivido tracciate dall'arco di Clyne. Meritano un cenno anche le due tracce dal set con Meggido risalenti al 1978: la sulfurea "Lonely Street Blues," l'unica traccia cantata della raccolta sostenuta dal groove circolare di un basso straordinariamente morbido e sinuoso, e l'ancestrale "Maya,"' composizione che già appariva su Diversions, qui riarrangiata e resa più potente da una trance ritmica più serrata e da un Downes in versione sciamano impegnato a far uscire dal suo flauto sospiri, urla, grugniti e ogni tipo di vocalizzo.
Quello che alla fine dell'ascolto più sorprende è che nonostante siano trascorsi dalle prime registrazioni contenute nel CD oltre quarant'anni, tutto suona ancora incredibilmente fresco e contemporaneo.
Track Listing
1. Living It Up in Rio (Downes) - 5:41; 2. Desert Waltz (Downes) - 4:43; 3. Circus (Downes) - 4:50; 4. Moonstruck (Downes) - 11:22; 5. Bamboo Blaze (Downes) - 4:18; 6. Spooks (Downes) - 7:40; 7. Mirage (Downes) - 5:24; 8. Ghosts In Space (Downes) - 7:06; 9. Ready Steady Blow (Downes) - 4:27; 10. Soul City (Downes) - 4:44; 11. Lonely Street Blues (Downes) - 5:16; 12. Maya (Downes) - 4:38.
Personnel
Bob Downes (flauto, flauto alto, Bamboo Flute, sax alto, sax tenore, sax soprano, voce), Paul Bridge, Barry Guy, Jeff Clyne, Neville Whitehead, Marc Maggido (contrabbasso), Denis Smith (batteria).
Album information
Title: 5 Trios | Year Released: 2011 | Record Label: Viktoria Tolstoy
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