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10 CD nel CD-Player di... Teho Teardo

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01. AA.VV. - Worried Now, Won't Be Worried Long (LP Mississippi Records - 2010).

Un'altra fondamentale testimonianza di Alan Lomax nelle sue battute a caccia di canzoni alle origini del blues. Così come deve essere.

02. Harold Budd & Brian Eno - The Pearl (LP EG Records - 1984).

Nonostante i graffi del vinile aggrediscano la musica sempre più, questo album rimane uno dei mondi più belli in cui mi sia immerso: il piano di Budd suona solo l'indispensabile a cui si aggrappa Eno per rallentare il mondo e capirne meglio le mappe.

03. Throbbing Gristle - Greatest Hits (Mute records/Industrial records, ristampa LP - 2011).

Per fortuna l'hanno ristampato, suona anche meglio dell'originale, anche se la mia copia è sparita da anni. Mai prestare i dischi, come i libri ed i film, spesso non tornano indietro. Questo è uno dei dischi da cui ho preso spunto per cominciare a fare dischi miei. Senza copiare lo stile, ma trovando ispirazione nell'attitudine. Povero Peter Christopherson che se ne è andato recentemente.

04. Wire - Chairs Missing (Harvest, LP - 1978).

Canzoni di poco più di un minuto in cui c'era tutto quanto bastava. Intorno a me un sacco di gente ascoltava i Genesis, io non li reggevo e mi rincuoravo con gli Wire. Più dell'osannatissimo e valido Pink Flag, questo disco dice che una volta per tutte il punk è finito, è ora di costruire qualcosa di nuovo e che per farlo bisogna usare intelligenza, talento e buon gusto.

05. Nurse with Wound - Soliloquy for Lilith - (trilpo LP Idle Hole records - 1988).

Steven Stapleton nella sua fase migliore, sganciato dai ticchettii surrealisti e dalle scosse concrete si dilata in un magma di sei facciate la cui portata dovrebbe far impallidire neo metallici doom incappucciati e rincuorare chi orienta il proprio tragitto nello spazio di una sola nota o, al massimo, due.

06. Clock Dva - Advantage - (LP Polydor - 1983).

Talmente cupo che anche il funk è diventato buio, redento solo per alcuni secondi nel piano finale di "Eternity in Paris," ma la redenzione serve solo ad amplificare le teorie dell'abisso, perché è lì che si va a finire e, laggiù (o lassù), si capisce che Adi Newton avrebbe voluto essere Chet Baker ma ha usato le droghe sbagliate.

07. Naked City - Torture Garden - (LP Earache - 1989).

Quando chiesi a John Zorn che tipo di jazz suonasse mi rispose: "fuck off jazz". Risposta esatta pensai. Trita e condensa standard e codici musicali svariati e li mette in successione anfetaminica. Non è un disco che ascolto spesso, ma ogni tanto riesce a fare piazza pulita di tanti luoghi comuni che finiscono per riempirci le orecchie. Un attrezzo sonoro, per spazzare via le sciocchezze, le banalità. Ogni volta che lo rimetto sul piatto prendo appunti e rimango puntualmente pietrificato.

08. Tim Hecker - An Imaginary Country (double LP Kranky records - 2009).

Quanto mi fa piacere sapere che c'è Tim Hecker, con Fennesz, Biosphere e Stars of the Lid tra i nomi della contemporaneità che preferisco. Un disco lirico, capace di rinnovare i paesaggi post industriali con nuove possibilità di racconto. Reinventare qualcosa che c'è già stato senza citare nessuno è raro, non è da tutti, serve molto talento.

09. The Balanescu Quartet - Possessed - (LP Mute Records - 1992).

La capacità di spostamento che Alexander Balanescu ha effettuato sulla musica dei Kraftwerk va ben oltre le possibilità delle cover, diventa la musica stessa. Ora mi è difficile dire chi sia l'autore, come quando Johnny Cash si è appropriato di "Hurt" dei Nine Inch Nails. Una questione di appartenenza. So che i Kraftwerk stessi hanno chiamato Balanescu chiedendogli di riarrangiare i brani per i concerti e questo chiude il cerchio. Un disco che ascolto spesso, da quando è uscito perché non mi stanco mai di riascoltarlo, perché mi parla come nemmeno i fantastici Kraftwerk o Balanescu altrove sono riusciti a fare.

10. The Beatles - White Album (doppio LP Apple - 1968).

Il primo disco che ho comperato era un album dei Beatles, non era questo, ma Please Please Me, però quando sono arrivato a White Album ho pensato che si trattasse di un album definitivo, assoluto. Non so quanti dischi possano continuare ad esser tali anche dopo quarant'anni. Ormai White Album lo sarà per sempre. Se mi dovesse esser concesso un ultimo ascolto, non avrei dubbi su quale disco scegliere. Basterebbe l'attacco di "While My Guitar Gently Weeps" per mandare tutti a casa.

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