Groove Lélé – Ernst Reijseger: Zembrocal Musical

La scintilla, fra le due entità, scatta però del tutto episodicamente, prevalendo pressoché a senso unico gli africani, cui Reijseger cerca di sovrapporre e/o giustapporre qualche sortita delle sue, ma sempre (o quasi) come in soggezione; il che, tutto sommato, non è da lui.

La musica si sviluppa così fin troppo a senso unico, ripetitiva e anche un po' pleonastica, ridondante, attraverso trame vocal-percussive per lo più corali, con l'interazione fra i due universi (ammesso che l'olandese ne porti nella fattispecie uno proprio) che sembra arrestarsi alle intenzioni, rivelandosi alla fin fine sostanzialmente pretestuosa.

Non tutto è da scartare, ci mancherebbe: ci sono momenti emotivamente pregnanti, come nel responsoriale "Tribu Votia," che Reijseger apre in solitudine, e sopratutto in "Saléyé," ancor più segnato da un significativo apporto del violoncello, che altrove è però appena avvertibile, quando non del tutto assente (il che accade anche per interi brani). E alla fine la delusione per quello che poteva essere (forse) ed è stato solo in minima parte è innegabile.

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