Orrin Evans and the Captain Black Big Band: Walk A Mile In My Shoe

Il nuovo disco di Orrin Evans e della sua Captain Black Big Band ci ricorda l'importanza delle radici per la comunità musicale afroamericana: il gospel, il blues, le big band, i cantanti e strumentisti storici. Una risorsa che è anche identità collettiva e forza culturale.

Come ha sempre fatto in passato, il pianista e bandleader di Philadelphia s'ispira alla tradizione per rinnovarla e arricchirla, con passione e freschezza. Stavolta le orchestrazioni sono funzionali alle interpretazioni di quattro prodigiosi cantanti che si dividono in sette brani su nove: Lisa Fischer, Bilal, Joanna Pascale e Paul Jost. Orrin Evans si ritaglia il ruolo di bandleader e pianista eseguendo gli arrangiamenti di suoi usuali collaboratori o componenti l'orchestra: Marc Stasio, David Gibson, John Raymond e Josh Lawrence.

Lisa Fischer e Bilal (ovvero Bilal Sayeed Oliver) sono cantanti noti nell'area di R&B, hip hop e soul contemporanei e probabilmente non li avrete mai ascoltati in forme così palpitanti e radicate nella tradizione nera; Joanna Pascale e Paul Jost sono meno noti in Italia e il loro valore vi colpirà.

L'album si apre con "All That I Am," un coinvolgente connubio tra la parte vocale hip hop di Bilal, l'arrangiamento soul e la costante presenza (con lungo assolo) di Nicholas Payton. Il successivo "Sunday in New York" riprende il classico mainstream orchestrale con l'attrattiva voce di Joanna Pascale e il fervido sax contralto di Todd Bashore.

I due blues successivi, "Dislocation Blues" e "Blues in the Night" sono altri momenti centrali. Il primo vede un serrato call and response tra la fantasiosa interpretazione di Paul Jost e l'orchestra mentre il celebre standard è illuminato dalla vibrante interpretazione di Lisa Fischer.
L'altra metà del percorso presenta due interpretazioni strumentali (il solenne "Hymn" e "Smoke Gets in Your Eyes") mentre sul versante vocale spicca ancora la Fischer (in relazione con Payton) per l'intima interpretazione di "Overjoyed" di Stevie Wonder.

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