Cocorosie: The Adventures Of Ghosthorse And Stillborn

Ulteriori ascolti non hanno cambiato molto le sensazioni e ci troviamo così di fronte a un bel passo falso per le sorelle Bianca e Sierra Casady, meglio note come Cocorosie, dopo le saporite prove dei due precedenti lavori. Molti sorrideranno di soddisfazione, avendo già predetto che la freakeria un po' chic - tra il primitivo e il postfolk - delle bizzarre sorelline si rivelasse presto una solenne bufala.

Noi eravamo stati al tempo assai più benigni e non ci rimangiamo il pensiero: La Maison De Mon Reve e Noah’s Ark sono dischi spesso accesi di magia e li si rimpiange ad ogni ascolto di The Adventures of Ghosthorse and Stillborn, che quelle scintille banalizza sotto una glassa produttiva smaccatamente chic. Cos'è cambiato? Forse nulla, forse tutto, forse lo specchio si è rotto e l'afasica poesia che si sprigionava affascinante come da un bimbo ignaro di essere ascoltato diventa scomoda pacchianeria quando si mette il bimbo in frac sotto i riflettori.

I brani sono noiosi quando non propriamente bruttini, la produzione altolocata di Valgeir Sigurdsson, che probabilmente avrebbe dovuto attirare la musica delle due sotto la categoria "alt.bjork" [ah, che errore sarebbe comunque] è fondamentalmente sciatta e indecisa tra soluzioni [tr]hip-hop di maggiore presa e la tentazione "insalata mista bizarre" [gli inserti lirici sono abbastanza ridicoli], con il conseguente smembramento di quelle fragili connessioni che facevano funzionare i lavori precedenti.

Il sogno faunesco e boschivo è diventato un bell'incubo, le vocine infantili sembrano rivolte solo a loro stesse e si fatica a arrivare alla fine del disco senza avere maledetto per bene "lastramaledettamodaindiepofolktronica" che ha illuso le sorelline e i loro ascoltatori. Per carità, nulla è perduto, ma non essendo Sierra e Bianca propriamente delle grandissime musiciste, c'è bisogno ora da parte loro di una profonda riflessione su come fare evolvere le belle suggestioni degli inizi. Ma magari a loro non frega nulla e i tardivi pappagalli radical-chic si passeranno parola e mp3 come fosse oro colato. Contenti loro. Noi ci riascoltiamo i primi due dischi, quelli sì!

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