Home » Articoli » Lyrics » Tempo di ritorni e nuovi suoni per le Editions Mego

Tempo di ritorni e nuovi suoni per le Editions Mego

By

View read count
Ormai più che maggiorenne [compirà vent'anni nel 2014], l'etichetta viennese Mego è stata un punto di riferimento per la scena elettronica europea, facendo conoscere artisti come Fennesz, Francisco López, Merzbow, Kevin Drumm, Radian e molti altri. Rifondata e continuata da Peter Rehberg/Pita nel 2006 con il nome di Editions Mego, non ha perso la voglia di esplorare le sonorità più originali in un ampio spettro che va dai progetti più sperimentali a quelli più legati alla scena dei club.

Locust

You'll Be Safe Forever

Editions Mego

Molte le cose interessanti tra quelle in uscita in queste negli ultimi giorni, quasi tutte nell'ormai consolidato formato del vinile, qualcuna anche in CD, come nel caso di You'll Be Safe Forever, disco che segna il ritorno del londinese Mark Van Hoen sotto il nome Locust dopo ben 12 anni.

L'occasione del ritorno, propiziata dalla collaborazione con Louis Sherman per un live radiofonico nel maggio del 2012, ci restituisce non solo alcuni dei punti fermi della sonorità Locust, come i beats avvolgenti, l'importanza delle parti vocali, i paesaggi screziati di drones, ma anche una rinnovata dialettica timbrica con le improvvisazioni al sintetizzatore di Sherman e un rapporto sempre altissimo tra qualità complessiva dell'esplorazione sonora e fruibilità. Bentornato Mark!

Main

Ablation

Editions Mego

Un ritorno anche quello del progetto Main di Robert Hampson, che era stato abbandonato a metà dello scorso decennio. Se già nel procedere dell'avventura con Scott Dowson, il suono Main aveva progressivamente perduto la preponderanza chitarristica per metabolizzare anche altre suggestioni timbriche elettroacustiche, l'ingresso nella band di un artista del livello di Stephan Mathieu non può che aprire ulteriori prospettive in questa direzione.

Ed è la stessa strumentazione che i due utilizzano nel nuovo Ablation a raccontare bene la musica, suddivisa qui in quattro parti: apparecchiature analogiche, suoni concreti, onde radio, un organo vintage come il Farfisa VIP e molto altro a comporre una tavolozza timbrica che sposta l'astrazione della ricerca su terreni granulosi e non privi di un'aura minacciosa. Dove il procedere è possibile solo a patto di diventare parte stessa di un tessuto pulsante. Dove il linguaggio deve riformularsi ogni volta per non smarrirsi, come in una fiaba elettrica impossibile da raccontare due volte nella stessa maniera. Fascinoso.

Alan Licht

Four Years Older

Editions Mego

È invece un debutto su Mego quello del chitarrista Alan Licht, un vinile in solo dal titolo Four Years Older. I quattro anni sono quelli che separano le due lunghe tracce che compongono il lavoro, costruite senza alcuna sovraincisione tra noise, iterazioni minimali, stasi estatiche e una continua esplorazione dello strumento attraverso l'uso di tecniche non convenzionali.

Musica non facile e tantomeno "gradevole" nel senso convenzionale del termine, ma di notevole caratura sperimentale e con qualche momento davvero memorabile, come quando il pezzo più "vecchio," "Four Years Earlier" si avvita dentro sonorità spezzate da vecchio synth oppure quello più recente, "Four Years Later" piega dentro una frase dal portamento ieratico. While his guitar gently bleeeeps!

Jim Haynes

The Wires Cracked

Editions Mego

L'interessante reame della decomposizione, dell'arrugginirsi, del rovinarsi della materia è al centro della ricerca dell'artista Jim Haynes, che investiga i processi disgregativi all'interno di diversi linguaggi, dal video all'installazione. Sul versante sonoro, lavorando con le onde corte, con la manipolazione del feedback e di altri "disturbi" elettromagnetici, si apre all'inaspettato e all'imprevisto, posizione particolarmente intrigante sia come punto di partenza [ricordiamo il lavoro di William Basinski sui nastri che deperiscono], sia come processo in sé.

In The Wires Cracked, racconta lo stesso Haynes, troviamo il suono di una lastra metallica mossa dal vento del deserto, il sibilo di un impianto di raffreddamento di un acceleratore laser, il leggero tremolio di un cavo e molti altri suoni incontrollabili che ci parlano della rottura stessa dell'essere, il collassare della materia e la speranza di un rinnovamento. Tutto molto attuale, ahinoi, come tematica. Come spesso accade in questi casi, più interessante che realmente affascinante dal punto di vista musicale, ma non privo di sconcertanti scarti, scarti di senso e non solo.

Si posso ascoltare estratti dai dischi di Haynes e dei Locust su Soundcloud

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Jazz article: The 4th of July
Jazz article: Sassy from SuperBlue

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.