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Spiritual Unity
ByLa stagione del jazz nell'area intorno a Strasburgo, dopo i numerosi concerti offerti del festival Jazzdor è continuata propronendo musicisti nazionali e non, americani di passaggio e francesi in tour, senza dimenticare degli italiani come Enrico Pieranunzi e Rosario Giuliani, esibitisi in duo a Schiltigheim. Nello stesso teatro, l'8 di Febbraio, si era di scena Paolo Fresu in compagnia del chitarrista Nguyên Lê, mentre contemporaneamente, ad un paio di chilomeri di distanza, il quintetto di Marc Ribot denominato Spiritual Unity riempiva il teatro Pole Sud. Una proposta, quella di Ribot, che ha trovato già una documentazione discografica grazie alla Pi Records e che coinvolge musicisti di diverse generazioni: il giovane batterista di Chicago Chad Taylor, Roy Campbell Jr. alla tromba ed il contrabbassista Henry Grimes, esibitosi anche al violino.
La storia di Grimes è nota ai più [clicca qui per leggerne i dettagli]: un musicista presente in incisioni ormai storiche del periodo della New Thing, insieme ad Albert Ayler e Don Cherry fra gli altri, che improvvisamente scompare senza lasciare traccia. Poi nel 2003, grazie alle pazienti ricerche di un assistente sociale, viene trovato nell'area di Los Angeles e riportato a suonare grazie all'aiuto di musicisti ricevendo un contrabbasso da parte di William Parker. Da allora le sue capacità sono ritornate a fiorire: durante il concerto è apparso sicuro nella parte di accompagnatore riservandosi anche notevoli spazii come solista, pure al violino (che nei gruppi di Ayler era suonato da Michael Sampson).
Il tour della band ha toccato Istanbul, la Norvegia, la Danimarca, Parigi. A Strasburgo, penultima tappa, hanno presentato un repertorio di titoli ayleriani, "Spiritual Unity", "Bells", "Ghosts", cercando un'organizzazione di gruppo, un suono proprio che proietti quella musica al giorno d'oggi. Il progetto di Marc Ribot di "trasportare la musica di Ayler sulla chitarra e praticare l'improvvisazione collettiva" ha trovato un'entusiastica risposta da parte del pubblico: a tratti la loro è stata quasi una cerimonia rituale, in cui le energie del passato si sono canalizzate in un progetto che tende al futuro e che ha, organizzatori permettendo, ancora molto da dire.
Foto di Claudio Casanova
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