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Steve Lacy: Sortie + Disposability
ByIn mezzo Lacy (sempre con Rava, Carter e Romano, oltre a Don Cherry, Gato Barbieri, ecc.) prese parte alla storica incisione di Nuovi sentimenti di Giorgio Gaslini (Milano, 4 febbraio '66), mentre il successivo 8 ottobre, in quel di Buenos Aires, il suo nuovo quartetto, con Rava (qui presente solo in Sortie, che copre le prime sei delle quindici tracce totali) e il binomio Johnny Dyani/Louis Moholo al posto di Carter e Romano, avrebbe fissato l'altrettanto storico ESP The Forest and the Zoo.
Tutta questa profusione di notizie non è pleonastica: se la seduta con Gaslini, va da sé, si discosta non poco (a iniziare dal disegno compositivo) dai consueti tracciati del Lacy di allora, venendo peraltro a fissare un momento-chiave nell'espansione del jazz europeo verso un affrancamento di fatto ancora acerbo dal modello americano, l'incisione con i due sudafricani incarna con tutta probabilità il culmine della ricerca che il grande sopranista stava all'epoca svolgendo. Di quell'incisione, Sortie (del resto anteriore di dieci mesi, al tempo quasi un'eternità) condivide l'assoluta libertà espositiva (nonché strutturale), però su toni più acuminati, netti, laddove in The Forest and the Zoo tutto appare più pastoso, quasi legnoso, magmatico (per la presenza dei due sudraficani, in primis).
Nella seduta in cui compare, Rava rivela una volta di più la sua discendenza (dell'epoca) da Don Cherry, di cui peraltro non condivide il doloroso ripiegamento lirico, la sonorità impastata e stentorea, in una parola una cifra emozionale inimitabile. La maturità di Lacy (uno che si direbbe nato adulto, del resto) è per parte sua ammirevole. Carter e Romano si muovono per così dire a zig zag, acciuffando al volo gli input provenienti dai colleghi e gettandone a loro volta sul piatto. L'ampiezza di metà dei brani ("Sortie," "Black Elk" e "Living T. Blues," compresi fra gli otto e i quattordici minuti) favorisce quello stato di trance sorvegliata (stiamo pur sempre parlando di un "olimpico" come Steve Lacy) nutrito di increspature e ripiegamenti (almeno parziali), a tratti fino a una volatilità in qualche modo defaticante.
Nei nove brani di Disposability, la struttura muta piuttosto radicalmente, più ancora del clima, per forza di cose con diversi punti di contatto. Dall'univoca firma di Lacy in calce a Sortie, si passa qui a una semplice quaterna di temi vergati dal sassofonista, più tre recuperi dall'amato Monk, "Tune 2" di Cecil Taylor e "Generous 1" di Carla Bley. Si potrebbe dire che ci troviamo di fronte a un Lacy più "classico," maggiormente bilanciato fra astrazione e cantabilità. Un Lacy sempre libero, s'intende, ma entro griglie più avvertibili. Qualche problema di ancia (o comunque d'imboccatura) ne incespica qua e là l'impagabile eloquio, non impedendo peraltro neppure a questa "costola" del CD di attestarsi su livelli invidiabili. Chiudere dicendo che trattasi di ristampa benedetta e largamente consigliabile sembra persino pleonastico.
Personnel
Steve Lacy
saxophone, sopranoAlbum information
Title: Sortie + Disposability | Year Released: 2010 | Record Label: hat ART