Argentieri Quatro: Soleil Brun

Alla testa c'è il pianista (e organista) svizzero Damien Argentieri, swing e reminiscenze classiche (si ascolti il solo su "Alban," ma soprattutto l'elaborato sviluppo della bella "Lamiremi"), autore di tutti i brani, peraltro eccellenti, ma anche buon regista di una musica forse né originalissima, né particolarmente complessa, ma più onestamente genuina della maggior parte di quel che si è soliti ascoltare.

Tra i suoi accompagnatori spicca senz'altro l'ottimo sassofonista Sébastien Jarrousse, che al soprano ricorda Paul McCandless e ha grande capacità di variare fraseggi e improvvisazioni (lo si apprezza particolarmente in "Timothee" e "Salome"), ma anche al tenore non manca di intensità espressiva - addirittura coltraneana in "Big Lie" - per quanto messa in campo senza particolari estremizzazioni tecniche. Ottimo anche l'apporto del contrabbassista Mauro Gargano, mentre più defilata appare la batteria di Antoine Banville.

Un lavoro semplice ma ben fatto, che si ascolta con piacere e che, pur non sorprendendo, neppure annoia, grazie alla spontaneità e all'espressività degli interpreti.

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