Marco Gamba Quintet: Secret World

Il contrabbassista bergamasco Marco Gamba lavora da tempo con il quintetto con cui ha inciso Secret World. L'affiatamento raggiunto e le idee compiutamente sviluppate sono una realtà da tenere d'occhio per tutti, pubblico e organizzatori.

Già l'apertura, con il titolo significativo Up Town and the Bronx è una dichiarazione d'intenti. Qui si va diretti verso il modale anni '60, con il vibrafono che segue le orme di Bobby Hutcherson. A seguire un brano dal tema più astratto - Djemaa - in cui il contrabbasso suonato con l'archetto evoca atmosfere ancestrali, mentre il sassofono roco e macerato di Pizio lentamente prende forma in un assolo ben congegnato, dal suono vigoroso e personale. E quanto interviene la tromba bastano poche note, dall'architettura precisa, a dare un senso al brano, a scoprire che è possibile agire per sottrazione quando si ha un'idea precisa di quello che si vuole dire rispettando le indicazioni del leader.

Siamo un pò lontani, lo si sará capito, dal modello di jazz italiano di successo, anche nell'esportazione. Ma proprio per questa originalità all'interno del panorama nazionale il messaggio di Mario Gamba è importante. Una ventata di aria fresca che scuote un panorama mainstream in cui certi messaggi della musica modale sembrano non aver lasciato che poche tracce! L'intero disco - impeccabile anche quando si va su una ballad dal sapore notturno - My Love in Your Hands - o sulle atmosfere orientali di Una Notte a Kabul - è ricco di idee e ad ogni composizione ci si rallegra che il leader sia una fucina inarrestabile,

Tutti bravi e ottimi arrangiamenti su composizioni ben strutturate, questa la sintesi di un gruppo ed un contrabbassista/compositore che passano l'esame del disco a pieni voti!

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