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Ryoji Ikeda
ByTeatro Out Off - Milano - 27.04.2007
Nell’ambito della Rassegna “UpToDate”, che riunisce al Teatro Out Off cinque eventi connotati dall’incontro tra linguaggi artistici differenti (Shirin Neshat e William Kentridge tra gli invitati), spiccano le tre serate dedicate al Ryoji Ikeda.
La sala del nuovo spazio di Via Mac Mahon diventa una vibrazione pulsante, che coinvolge il corpo degli spettatori, non appena si diffondono le frequenze estreme elaborate dal giapponese in un intreccio di ritmi che mutano lentamente - ma implacabilmente - e fruscii al limite dell’udibile, perfettamente sincronizzati con i video C4I e Datamatics.
Il primo dei due lavori è una riflessione sul mondo dei dati, con una serie di immagini paesaggistiche decostruite in codici alfanumerici: cifre e diagrammi scorrono insieme a frammenti di testo per un’analisi dell’impatto che esercita sulla nostra esistenza l’informazione (“I”), creata - e amplificata - attraverso le 4 “C” (che stanno per Comando, Controllo, Comunicazione e Computer, nella sigla che da’ il titolo alla performance, e si riferisce a un sistema militare segreto di elaborazione e trasmissione dei dati). Bombardata (e manipolata) da messaggi di ogni genere e provenienza - dalla scienza alla religione -, l’umanità resta annichilita e passiva spettatrice della distruzione propria e dell’ambiente circostante, smarrendo il senso ultimo della storia e della vita: questo sembra comunicarci, con una certa enfasi, Ikeda.
Più misurato e astratto, Datamatics è un flusso di particelle puntiformi, modellato sul moto dei corpi celesti e avvolto da impulsi sonori intermittenti, dalla densità variabile. La cupa riflessione sui destini della Terra si trasfigura in un asettico gioco architettonico, di cui cifre in sequenza e mappe stellari diventano elementi costitutivi, susseguendosi a ritmo serrato, in totale simbiosi con i suoni. Quasi che Ikeda voglia svelarci come la materia che ci circonda - inclusa quella più lontana da noi - sia sottomessa alle leggi dal regno virtuale dei numeri. E a convincerci di questa possibile verità è la sua musica anti-poetica, capace di veicolare una forza ipnotica davvero unica.
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