The Mahavishnu Project: Return to the Emerald Beyond
ByL’album originario era piuttosto denso e complicato, piacevolmente frastagliato da un punto di vista ritmico e ricco di sperimentazioni e stratificazioni dei vari strumenti, spesso inusuali nel contesto del rock e del jazz. La versione dal vivo di Bendian e dei suoi degni compari riesce a dare una lettura di queste composizioni ancora più convincente, grazie alla abbondante dilatazione delle strutture compositive che consente ai vari solisti di godere di spazi ampi ma ben calibrati nei quali le evoluzioni e le divagazioni sono sempre interessanti, piacevoli e coerenti.
In particolar modo si mettono in bella evidenza il guizzante violinista Rob Thomas, il torrido chitarrista Glenn Alexander e l’arguto tastierista Adam Holzman che ricordiamo alla corte di Miles Davis nella seconda metà degli anni ottanta. Già dai quindici minuti della iniziale “Eternity’s Breath” possiamo apprezzare il dirompente lavoro alla batteria di Gregg Bendian, le preziose e raffinate sezioni riservate al quartetto d’archi, gli assoli brucianti dei vari solisti che fanno scaturire lava incandescente dalla cima del vulcano. I ricami iniziali della voce di Maria Neckham ci portano per un attimo dalle parte di “In a Silent Way” per poi lasciare spazio al riff trascinante che già nella versione originale era stato una fonte di eccitazione importante per la sezione ritmica dell’epoca, formata dai giovani Narada Michael Walden e Ralph Armstrong.
Questo Return to the Emerald Beyond prosegue rispettando la sequenza originale dei brani e si conclude con tre pezzi inseriti come regalo finale, visto che non provengono dall’album originario. “Smile of the Beyond” faceva parte dell’album Apocalypse che segnò l’esordio della versione allargata della Mahavishnu Orchestra, la stessa che poi registrò anche Visions of the Emerald Beyond. Gli altri due brani, “Vital Transformation” e “Sister Andrea” arrivano invece dalla prima incarnazione della band di McLaughlin, quel quintetto memorabile che con il suo innovativo concetto di jazz-rock e fusion rivoluzionò la storia della musica nei primissimi anni settanta.
In questo lungo concerto, presentato integralmente nei due ampi CD di questa proposta Cuneiform, il genere fusion viene rielaborato, spacchettato e ricombinato con cura, con il giusto respiro e la corretta intensità. Trent’anni non sono passati invano e i punti deboli di quello stile ormai sfilacciato sono mascherati con eleganza, ribaltando i problemi per farli diventare opportunità, come direbbe qualche luminare del marketing. La grande passione che Gregg Bendian mette sempre nei suoi progetti diventa in questo caso quasi una ossessione e, come ben sa chi segue queste cronache, è proprio in quella sottile area che separa la passione dall’ossessione che succedono le cose che contano per davvero.
Track Listing
CD 1: 01. Eternity's Breath (14:30); 02. Lila's Dance (9:00); 03. Can't Stand Your Funk (6:56); 04. Pastoral (10:58); 05. Faith (2:55); 06. Cosmic Strut (5:42); 07. If I Could See (1:51); 08. Be Happy (6:59) CD 2: 01. Earth Ship (11:59); 02. Pegasus (3:40); 03. Opus 1 (2.09); 04. On The Way Home To Earth (8:58); 05. Smile of the Beyond (5:00); 06. Vital Transformation (11:25); 07. Sister Andrea (11:11)
Personnel
Gregg Bendian (batteria, dumbeq); Glenn Alexander (chitarre); Rob Thomas (violino); Adam Holzman (tastiere); David Johnsen (basso); Premik Russell Tubbs (sax, flauto); Katherine Fong & Zach Brock (violino); Nicole Federici (viola); Leigh Stuart (cello); Maria Neckham (voce)
Album information
Title: Return to the Emerald Beyond | Year Released: 2007 | Record Label: Cuneiform Records
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Instrument: Drums
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