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Sound for the Organization of Society: Poem of the Underground

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Sound for the Organization of Society: Poem of the Underground
Curiosa storia quella dei Sound for the Organization of Society (complimenti, gran bel nome!). Provenienti geograficamente da zone diverse e con background stilistici assai differenti tra di loro, i dieci musicisti trovano nella musica e nella cultura di New Orleans, città nella quale si incontrano per la prima volta, una forte motivazione coesiva e lì si costituiscono come band. Poi il devastante uragano Katrina disperde i membri del gruppo che hanno modo successivamente di riunirsi e diventare una presenza costante in quel di San Diego e in generale della scena West Coast, naturalmente con New Orleans sempre nel cuore.

Poem of the Underground è la loro seconda incisione e conferma quanto di buono aveva fatto intravedere l'esordio di India and Africa, una miscela esplosiva di ritmi e melodie di Madre Africa, scale e melopee orientali e furiose improvvisazioni. In quest'ultima fatica discografica risulta ancora più evidente il legame con la culla del jazz, non tanto dal punto di vista stilistico quanto filosofico e culturale, con quella contagiosa vitalità di strada, con quel meticciato che permea ogni aspetto della vita quotidiana e quindi invade pesantemente anche la produzione musicale, con quello spirito libertario che oltrepassa barriere stilistiche ed etichette di ogni tipo.

Poem of the Underground è la New Orleans del nuovo millennio; due batterie, due tastiere, tre sassofoni, chitarra, basso e voce si divertono un mondo a disorientare l'ascoltatore, a cambiare i punti focali dell'esecuzione, tra eccessi alla John Zorn e musica indonesiana, tra marchin' band e spoken jazz, tra rock progressivo e il blues incendiario di Albert Ayler, tra avanguardia e folk. Ma quando l'ago della bussola si stabilizza verso nord diventa difficile sottrarsi al fascino e alla magia di questa musica, quasi fossimo ipnotizzati da un benefico rito voodoo.

Non ci sono primedonne nei Sound for the Organization of Society, perché il gruppo funziona come un vero collettivo sia dal punta di vista compositivo che degli arrangiamenti e si conferma un ensemble avventuroso, ricco di idee, sicuramente ambizioso, anarchico nella sua organizzazione meticolosa, esplosivo nella sua realizzazione sonora.

Track Listing

01. Poem of the Underground (Deul); 02. Seventeen (Lao Tsu); 03. Darrell's Ellipse (Oliver); 04. Research of an Aesthetic (Phillips); 05. Constanence (Mosley); 06. Thirty Six (Lao Tsu); 07. Ode to 89 (Gallagher); 08. Sketsc Series #3 (Tobin); 09. The Law of Motion (Klerks), 10. Madness (DiFlorio); 11. Ten (Lao Tsu); 12. The Home To Wich I've Never Been (Garcia).

Personnel

Ingo Deul (batteria, percussioni); Mark DiFlorio (batteria, percussioni); Phelan Gallagher (sax alto); Tom Garcia (sax tenore, sassello, sax soprano, flauto); Eric Klerks (basso, ashbory bass); Chris Mosley (chitarra elettrica, fretless guitar); Andrew Oliver (piano, cello, fender rhodes); Sarah Phillips (fender rhodes, piano, harmonium); Mary-Sue Tobin (sax soprano, sax alto, clarinetto, flauto); Colin Williams (voce).

Album information

Title: Poem of the Underground | Year Released: 2009 | Record Label: Circumvention Music


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