Roberto Ottaviano: Skins

Roberto Ottaviano è oggi non solo uno dei maggiori musicisti jazz italiani, ma è anche e soprattutto uno dei massimi maestri—non solo nazionali—di quello strumento affascinante e singolare che è il sax soprano. Allievo di Steve Lacy, prima seguendo le sue tracce, poi autonomamente, Ottaviano ha sperimentato le molteplici possibilità dello strumento nei concerti in solo, che sono sempre rimasti uno dei suoi programmi ricorrenti—chi scrive ne ricorda, a Firenze, uno al Musicus Concentus della metà degli anni Novanta e un secondo al Genius Loci 2018—e tantissimi anni fa aveva anche registrato l'album Otto.

È pertanto più che benvenuta l'uscita di questo Skins, che documenta quanto l'artista barese è oggi capace di trarre dal "sax dritto." Il lavoro si avvale della suggestione sia ambientale, sia acustica del singolare luogo ov'è stato registrato: la chiesa rupestre di San Nicola a Mottola, nella campagna di Taranto, una grotta dai molteplici effetti sonori. Ottaviano ve ne trae quasi un'ora di musica suddivisa in quindici brani, coerenti nel suono e nell'approccio, ma talvolta anche diversissimi tra loro. Si passa infatti dal dialogo con le eco che si producono nel silenzio delle pause (come nella prima traccia) alle narrazioni liriche, passando per frammentazioni monkiane (il secondo e il nono brano) e le sperimentazioni, svolte anche con l'ausilio della sovraincisione (l'ottava traccia, ove stilemi espressivi vengono sviluppati su una base di colpi d'ancia, o le "Skin" XIII e XV, nella quale invece le linee melodiche si intrecciano con giochi di armonici).

Sempre splendido il suono e perfettamente fruibile il discorso narrativo, lontano da certe sperimentazioni astratte che in passato hanno popolato i soli di soprano (in alcuni casi anche dello stesso Lacy), così da rendere il disco bellissimo senza essere né banale, né elitario. Com'è del resto la poetica di Ottaviano, artista maturo a cui non servono astrusi "effetti speciali" per comunicare all'ascoltatore un contenuto comunque originale e ben lontano dall'ordinarietà.

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