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Things We Like: Antonio Bibalo
ByIncontriamo per caso questo singolare personaggio e la sua vicenda rocambolesca, accanto a uno stuolo di personaggi storici più e meno conosciuti come Jan (James) Morris, Joyce, Svevo, Ivan Goran Kovačić, Freud, Saba, nella lettura de La città interiore di Mauro Covacich, edito da La Nave di Teseo. "Antonio Bibalo è un soldato detenuto nel carcere di Peschiera quando irrompono i tedeschi e lo liberano," racconta Covacich. Nel 1943 era là rinchiuso per essere stato trovato fuori dalla sua città, Trieste, senza divisa: doveva incontrare una ragazza. I tedeschi lo liberano a Peschiera, ma lo obbligano ad arruolarsi nella Wehrmacht. Si trova così coinvolto nella battaglia di Montecassino, dove è catturato dagli Alleati mentre, secondo quanto narra lo scrittore, suona Schubert su "un piccolo piano verticale in una casa abbandonata."
Finisce in un campo di concentramento in Alabama.
La storia rocambolesca non finisce qui: tornato a Trieste, Bibalo nel '47 saluta la madre con la classica frase: "Mama, son senza sigarete, vado zo un attimo." Sale su un treno diretto in Francia, lo arrestano a Marsiglia ed entra nella Legione straniera. Si troverà poi a suonare nelle navi da crociera, tra il Mediterraneo e l'Australia, studierà composizione al Trinity College di Londra, finché approderà a Larvik, in Norvegia, città nella quale si spegnerà nel 2008, dopo essere diventato il compositore più popolare di quella nazione.
Cerco qualcosa di Bibalo e trovo tra l'altro il delizioso Piano "Solo" in the Evening, il cui quarto movimento porta il titolo di "Homage to Scott Joplin: Filmstar With a Golden Cigarette Holder." Ragtime sghembo, stralunato, che si affianca ad altri quattro episodi pregevoli per freschezza e ampiezza di ispirazione. Una musica picaresca, come la vita di Bibalo.
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