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Peter Erskine & The Dr.Um Band al Soresina Jazz Fest 2018
Teatro Sociale
Soresina
04.05.2018
Anticipato di circa un mese rispetto alle precedenti edizioni, ricollocato nella cornice otttocentesca del Teatro Sociale, il Soresina Jazz Festival è partito con il botto. Ad infiammare il numeroso pubblico accorso ci pensa la Dr.Um Band di Peter Erskine quartetto di gran classe con il quale il batterista di Somers Point, New Jersey, esprime al meglio il suo lato più intimamente fusion.
Bob Sheppard al sax tenore (Chick Corea, Joni Mitchell, Steely Dan, Michael Brecker alcune tra le sue numerose collaborazioni che la dicono lunga in quanto a versatilità), John Beasley alle tastiere (collaborazioni prestigiose e arrangiatore di gran classe come testimoniano i due lavori con la MONK'estra usciti per Mack Avenue) e Damian Erskine al basso elettrico (nipote del leader e membro della Jaco Pastorius Big Band), completano una formazione ricca di groove e di inventiva, trasmessi con la implacabile precisione di un orologio svizzero.
Si tratta di musica contagiosa e diretta, senza mediazioni, è musica che fa battere il piede, che fonde ritmi latini ed R&B, soul e jazz, evitando cliché e superficialità, non di rado presenti in questo genere musicale, grazie al talento e alla sensibilità dei musicisti. Peter Erskine si destreggia con eleganza tra piatti e tamburi, non un movimento superfluo, nessuna concessione a effetti pirotecnici ma una pulsazione in continuo movimento, aperta ad improvvisi cambi ritmici e dalle dinamiche in pieno controllo. La batteria si trasforma così in cabina di regia dalla quale partono impulsi, segnali, suggerimenti che sollecitano la creatività della band.
Le tastiere di Beasley forniscono un fondale dai mille colori, ora sfumati, ora vivaci, talvolta acidi, senza disdegnare sortite solistiche di notevole interesse, misurate, sofisticate e mai banali. Con il basso elettrico ad assicurare una pulsazione elastica e soffusa, il sax di Sheppard trova le condizioni ideali per esprimersi al meglio, palesando una sonorità calda, un fraseggio fluido e incisivo, con un'attenzione all'ascolto non sempre presente in simili contesti. Compatto, affiatato, comunicativo in grado di rivitalizzare un genere musicale storicamente datato come la fusion, il quartetto non si è risparmiato e, richiamato a gran voce sul palco, ha ulteriormente deliziato gli spettatori con un apprezzato bis.
Foto: Danilo Codazzi
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