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Peschiera Inn Jazz

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Peschiera del Garda - 10-13.09.2009

Esuberante. E' questo il primo aggettivo che viene in mente pensando a Mauro Ottolini. E dunque esuberante è stato anche il festival che il trombonista ha organizzato nella sua Peschiera. Un festival che ha portato sulle rive del lago di Garda musicisti italiani importanti (lo Special Edition di Enrico Rava, il Dinamitri Jazz Folklore di Dimitri Grechi Espinoza, il trio Beccalossi-Guiducci-Parrini), ma che per Peschiera ha rappresentato anche un'occasione di festa, tra marching bands, concerti degli allievi della scuola musicale e - perchè no? - stand enogastronomici.

Nella serata di sabato 12 abbiamo assistito al concerto dei Sousaphonix, il gruppo diretto da Mauro Ottolini che ha recentemente pubblicato un CD per la Cam-Jazz. La band (da cui erano assenti Daniele D'Agaro e Vincenzo Vasi) ha sostanzialmente presentato i brani contenuti nell'album, e quindi un ampio repertorio che spazia da Duke Ellington a Hoagy Carmichael, passando attraverso l'Art Ensemble of Chicago, il reggae, Don Drummond, e persino Matti Pellonpää, il prematuramente scomparso protagonista di molti film del regista finlandese Aki Kaurismaki.

In sintonia con il carattere del leader, la musica è anch'essa esuberante. Giocosa e gioiosa. Andando oltre l'evidenza, oltre il primo impatto, ci si accorge però che nella musica dei Sousaphonix c'è molto di più. C'è anche, diremmo soprattutto, uno sguardo affettuoso sulle musiche del passato, su brani che hanno fatto la storia del jazz e che si portano dietro un carico non indifferente di storie umane. Storie di grandi come Lester Bowie, storie di musicisti quasi-novantenni che ancora si divertono e si esibiscono in pubblico, storie di attori-violinisti che conducono una vita da clochard e finiscono i loro giorni nell'alcol. Storie di musiche e di vite vere, insomma.

E allora poco importa se il sound non era impeccabile. La convivenza con le vicine tavolate dove salamelle e birra scorrevano a fiumi ha imposto qualche rinuncia audiofila. Ci ha ripagato, però, con un clima allegro e festaiolo di cui talvolta il jazz tende a dimenticarsi. Obiettivo del festival era trasformare Peschiera in una piccola New Orleans. C'è riuscito molto bene.

Foto di Claudio Casanova


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