Donald Byrd: Off to the Races

Assieme crearono un modello di jazz, magari non rivoluzionario, ma pervasivo e durevole nello stile di tanti musicisti più giovani, per la sua chiarezza, forza comunicativa e aderenza al quotidiano.

Nelle ottime, pungenti note di copertina, Joe Goldberg notava come, in un’epoca di rabbia spesso esasperata, la musica di Byrd si ergeva per calore e per una sorta di sorriso interiore che nulla ha a che fare col disimpegno, mentre ne ha molto con la storia del jazz.

Un risultato che deriva dalla combinazione delle personalità dei tre fiati, dalla presenza di una sezione ritmica modello, con il tocco danzante di Wynton Kelly, la ricchezza di Art Taylor, l’imperturbabile solidità di Sam Jones.

Il repertorio comprendeva uno standard, Lover Come Back to Me - trasformato in aggressivo brano bop - e un brano rilassato, sornione di Sonny Rollins (Paul’s Pal). Gli altri quattro sono del trombettista, tre fra il medium e l’up, tutti molto personali nel riprendere moduli classici della composizione jazz: Down Tempo è l’esempio di come una forma da molti ritenuta esaurita, quella del blues a riff, nelle giuste mani trovi sempre qualcosa da dire; Off to the Races recupera il modulo della marcia New Orleans, pochi mesi dopo reso celeberrimo da Blues March di Benny Golson.

La forza compositiva di Byrd, profondo conoscitore delle musiche afro-americane, svetta in un piccolo gioiello, When Your Love Has Gone: raro esempio di ballad non tratta dal repertorio degli standard, ma che meriterebbe di entrarci, per la forza della melodia, la bellezza degli accordi e la straordinaria tenuta espressiva di Byrd, protagonista maturo e intenso per tutti i 5 minuti del pezzo.

Ormai l’esempio di Brown era confluito in uno stile che trovava il punto di forza nel calore del suono, il gioco di accenti e dinamiche, l’alternanza di semplice lirismo e complesso movimento armonico.

Byrd non poteva sperare in un miglior esordio per la Blue Note…

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