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Club D’Elf: Now I Understand
ByQuesto lavoro molto meditato mette assieme frammenti dell’attività del gruppo dalle origini ad oggi. Si parte dal luglio del 1998 per arrivare all’aprile del 2006. I soliti noti si alternano a fianco del nucleo storico formato da Mike Rivard al basso e al sintir, Brahim Fribgane all’oud e al dumbek, Erik Kerr alla batteria e Mister Rourke ai giradischi. Sono spesso coinvolti il tastierista John Medeski e Mat Maneri, alla viola. Entrambi lavorano abitualmente downtown a New York e rappresentano una sorta di anello di congiunzione fra questa musica, dilatata e piena di mille profumi esotici, e quello che succede giornalmente nei piccoli locali scalcinati della Grande Mela dove si fa la musica che davvero conta.
In questo album di Club D'Elf compaiono brevemente anche David Tronzo e Reeves Gabrels, due eccellenti chitarristi che sanno sapientemente aggiungere fresche energie ed eccitanti evoluzioni solistiche. Sono entrambi amici della band e in particolare Tronzo (che vive non troppo lontano da Cambridge) fa spesso parte dell'organico che si esibisce dal vivo con incoraggiante frequenza. Anche perchè Mike Rivard ha saputo creare una rete sottile di rapporti umani e professionali che gli consente di essere praticamente di casa al Lizard Lounge e di poter contare sul supporto fattivo di altri simili locali alternativi.
Vogliamo segnalare in particolare l’intervento di Tronzo nel brano “Hungry Ghost”: è un flash di pura energia immacolata che si sporca progressivamente in modo perverso e si contorce pericolosamente, senza alcuna remora e senza badare alla propria salubrità mentale. Un foro nel cervello di chi ascolta, un buco nell'anima. Imbarazzante pensare che le case discografiche lo ignorano da anni. E lo stesso si può dire per il lavoro di questo gruppo meraviglioso guidato da Mike Rivard (Micro per gli amici).
Rispetto alle molte esibizioni dal vivo di Club D’Elf che ci è capitato di ascoltare nei CD pubblicati dalla Kufala Records e attraverso le numerose possibilità offerte da download gratuiti e legali dei loro concerti nel sito Live Archive, questo Now I Understand sembra più compatto e meditato, più roccioso dal punto di vista ritmico, con i profumi che si succedono a ritmo più incalzante rispetto alle dilatatissime esibizioni dal vivo. Questo da una parte modifica un po’ il DNA del gruppo, dall’altra offre l’occasione per produrre nuove sintesi, nuove fusioni, nuovi melting pot scintillanti che inseriscono anche suggestioni dub, viaggi nel vicino e lontano oriente, incursioni inimmaginabili persino nel pop d’avanguardia che trovano la loro esaltante conclusione nel brano finale “Just Kiddin”, con le vocine di Cailyn e Liana Kerr impegnate a scorazzare nel nostro cortile dell’udito, lanciando un richiamo che non possiamo ignorare.
Lo scenario complessivo è cangiante e affascinate come al solito, i mille profumi si rincorrono e si mischiano, lo chef prepara i suoi appassionati manicaretti e ce li porge con grazia a ritmo instancabile. Li assaggiamo tutti, incuriositi e stuzzicati, ma alla fine non avvertiamo alcun senso di pesantezza, non ci sono scorie pesanti da smaltire e digerire. Semplicemente ci viene voglia di ripartire dall’inizio in questo viaggio affascinante, certi che ogni volta riporteremo a casa sensazioni nuove, misteriosi scorci di paesaggio con visuali alternative, piccoli oggetti ambrati da riporre nella cassetta delle cose che vogliamo portare con noi per sempre.
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