Alexis Cuadrado: Noneto Ibérico

Dopo aver ottenuto un grant per una composizione cameristica, Cuadrado ha realizzato una serie di studi su diverse modalità di flamenco, aprendole all'improvvisazione jazzistica con buon gusto e abilità compositiva e di arrangiamento. Gli otto brani del disco condividono l'origine folklorica del materiale di partenza. Cuadrado ha introiettato il flamenco in ogni sua sfaccettatura, ne ha stilizzato i dialetti interni facendoli collidere con il fraseggio liberamente swingante della band.

Ne esce come un'unica grande tela sonora, i cui pannelli si susseguono con bella naturalezza. Il linguaggio è piuttosto mainstream, ma arricchito da un sottile lirismo implicito nell'aroma delle melodie ispaniche. Ciò che colpisce di più sono i ritmi frastagliati, suddivisi in unità sempre cangianti, attraversati dall'eloquio dei solisti, brillanti pur senza mai strafare. Ad esempio "Tocar y Parar" coinvolge con i battiti di mani e le accelerazioni festose, così come la lunga "Por La Mínima," le cui diverse sequenze sono cadenzate da un ostinato del Fender Rhodes e dai contrappunti di ottoni ed ance. Ma tutto l'album scorre come acqua di montagna e, pur privo di scarti poetici particolari, invita al piacere dell'ascolto.

Ottimi, tra i solisti, Perico Sambeat ai sassofoni, Avishai Cohen alla tromba e Brad Shepik alla chitarra. Alexis Cuadrado si candida come leader emergente a tracciare ponti sonori tra Europa e America.

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