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Dulce Pontes: Momentos
ByDulce Pontes, voce cristallina e potente unita a grande intensità interpretativa, è partita com'è quasi ovvio dal fado, però abbeverandolo - riverniciandolo, vien da dire - a svariate altre fonti (la vicina Galizia, il bacino arabo-mediorientale, il Brasile, l'area balcanica), in una proposta composita quanto coerente, riconoscibile. In questi ottantaquattro minuti, le sue varie anime emergono piuttosto distintamente: ci sono - specie nella prima parte - i rigogliosi quanto raffinati intrecci/intarsi di corde (con la magica chitarra portoghese prevedibilmente sugli scudi, ma per esempio anche il bouzouki, cui spetta, in ensemble, "Lágrima," tra le vette del lavoro), il maggior ripiegamento dei brani pianistici, la sperimentazione vocale e il più tranquillo adagiarsi sul repertorio internazionale.
Sul primo versante, oltre al brano citato, s'impone come accennato tutta la parte ascendente del lavoro, dall'iniziale "Fadinho serrano," subitanea porta d'accesso sul brio elegante e l'accogliente vivacità tipici dell'arte di Dulce, al più sofficemente evocativo "Verde pino, verde mastro," da "Medo," impreziosito da un generoso prologo strumentale (ovviamente a corde), a "Naufrágio," che già si apre all'elemento pianistico (Stefanos Korkolis, qui, più avanti protagonista fra l'altro anche del notevole "Por esse mar," di sua penna), subito ribadito in "Fado os maias," ulteriormente arricchito da sax alto (non soprano come indicato in copertina) e fisarmonica, così come, ancor più, un'estrema varietà di corde (più oboe e cornamusa) fanno di "Canção do mar" uno dei momenti più alti dell'incisione.
La più intima dimensione voce/piano (qui nelle mani della stessa Pontes) si affaccia con chiarezza all'inizio del secondo CD, specificatamente in "O Infante," notevole soprattutto sul piano vocale, per approdare, come una sorta di fil rouge intestino (in abbinamenti vari), fino al conclusivo "Nu," senza testo, ascrivibile al côté più sperimentale (non si prenda il termine troppo alla lettera) dell'opera. La quale esaurisce di fatto l'ultimo degli additati "filoni" nel trittico fra quinta e settima traccia, con punta d'eccellenza per il tema tratto dal "C'era una volta il West" di Morricone (ricordiamo in proposito l'album Focus, che Dulce Pontes realizzò nel 2003 col musicista romano), mentre una minima caduta di gusto segna gli altri due pezzi, specie il forse (in)evitabile duetto con José Carreras, un eccessivo profluvio d'archi e toni fin troppo smaccatamente - anche qui (in)evitabilmente? - melodrammatici, mentre la stessa "O mar e tu" (di Enzo Gragnaniello) non manca di impastoiarsi in un pizzico di melassa (George Dalaras vi ricopre qui il ruolo in origine di Andrea Bocelli). Dettagli, del resto, che non possono certo scalfire un album bellissimo.
Track Listing
CD 1: 01. Fadinho serrano; 02. Verde pino, verde mastro; 03. Júlia Galdéria; 04. Medo; 05. Lágrima; 06. Naufrágio; 07. Fado os maias; 08. Uma mulher na cidade; 09. Canção do mar. CD 2: 01. Canção de embalar; 02. O Infante; 03. No ano que vem; 04. Por esse mar; 05. Todos somos um; 06. Amor a Portugal / Your Love; 07. O mar e tu; 08. Nu.
Personnel
Dulce Pontes (voce, piano, percussioni); Óscar Viana (oboe, corno inglese); Hubert-Jan Hubeek (sax alto); Filipe Lucas, João Lima (chitarra portoghese); Luis Pontes, Paulo Feiteira, Cajé (chitarra); Amadeu Magalhães (chitarra, cornamusa); Rui Veloso (ukelele); Stefanos Korkolis (piano); Pedro Santos (fisarmonica); Daniel Guimarães (viola bassa); Davide Zaccaria (violoncello); Rodrigo Serrão, Ricardo Cruz (contrabbasso); Hugo Correia (basso elettrico); João Ferreira (percussioni); Ensemble di Bouzouki di George Dalaras in 1.05; José Carreras (voce) in 2.05; George Dalaras (voce) e Ensemble in 2.07.
Album information
Title: Momentos | Year Released: 2010 | Record Label: Self Produced
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