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Living Colour - New Morning, The Paris Concert

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Living Colour

Living Colour - New Morning, The Paris Concert

Inakustik

(2008)

Valutazione: 4 stelle

L'aria parigina sembra fare molto bene ai Living Colour, qui ripresi in concerto sul palcoscenico di uno dei locali storici della capitale francese, quel New Morning che alterna concerti jazz di ogni tipo con esibizioni di rock ricercato e prezioso, senza preoccuparsi delle etichette e delle convenzioni.

Probabilmente anche il perseverare nel progetto ripreso agli inizi del nuovo secolo aiuta la band di Vernon Reid a liberarsi dalla ruggine del tempo, accumulata nei cinque o sei anni di interruzione della loro parabola artistica. E questa è decisamente una delle performance più convincenti fra quelle ascoltate recentemente. Rimangono alcune scelte timbriche un po' discutibili (vedi gli assoli di basso che diventano lo scenario futuribile per la partenza di una astronave), ma in generale la band è solidamente assestata sul palco e la musica ha una presa potente e muscolare come negli anni d'oro, con un istrionico Corey Glover sempre pronto a sputare le sue declamazioni.

Anche le riprese sono eccellenti, realizzate in Alta Definizione, a luglio del 2007, dalla troupe del regista Daniel Farhi, attenta ai dettagli e al senso d'insieme. Sono quasi due ore di video per 17 brani che mischiano canzoni ormai associate indissolubilmente con la band nera come "Type," "Memories Can't Wait," e "Cult of Personality" con composizioni più recenti come "Sacred Ground," "Nova," "Flying" e "Song Without Sin". Non mancano alcune cover eccitanti come "Papa Was a Rolling Stone" e "Crosstown Traffic". Quest'ultima è resa in una versione infuocata che rende piena giustizia a Jimi Hendrix, una delle fonti di ispirazione più evidenti e accettate da Vernon Reid.

La chiusura è affidata alle immortali "Love Rears Its Ugly Head" (un brano con una progressione armonica semplicissima e geniale allo stesso tempo) e "Cult of Personality," il caustico inno che guida la loro rincorsa da tantissimi anni, primo brano dell'album Vivid che li lanciò nella storia, nell'ormai lontano 1988.


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