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George Schuller: Listen Both Ways

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George Schuller: Listen Both Ways
"Monkianesimo postmoderno": si potrebbe definire così la vena compositiva di George Schuller, messa in evidenza dal suo ultimo CD Listen Both Ways. E' il terzo disco che il batterista di stanza a Brooklyn pubblica alla guida del suo quintetto Circle Wide. Dopo i lavori dedicati alla musica del primo Davis elettrico -quello più sperimentale- e del quartetto americano di Jarrett, questa volta è il turno delle composizioni originali del leader. Continua il sodalizio tra Schuller e l'etichetta Playscape, che ha pubblicato tutti e tre i dischi di Circle Wide e molti di quelli che egli ha inciso con altre formazioni.

Circle Wide è un progetto che esiste dal 1999 e l'attuale formazione si è stabilizzata nel 2009. Essa comprende il chitarrista Brad Shepik, che si conferma un sideman di lusso, il vibrafonista Tom Beckham, il cui modo di suonare spazia dai fraseggi vorticosi agli accompagnamenti licuidi, privi di attacco, il sassofonista Peter Apfelbaum, d'ispirazione marcatamente ayleriana (il più eccentrico rispetto alla poetica del gruppo) ed il contrabbassista Dave Ambrosio, potente, ben amalgamato con la batteria cangiante e fantasiosa di Schuller.

Uno dei tratti salienti, che accomuna le composizioni di Listen Both Ways è la funzione del tema: lungi dall'essere un pretesto per lanciare le improvvisazioni, viene piuttosto utilizzato dal gruppo come un perno, ripetuto più volte durante l'esecuzione, dal quale si dipanano situazioni improvvisative di diversa densità e temperatura, dall'improvvisazione libera al solo su giro armonico a quello su ostinato ("Better than Prozac," "Newtoon," "A Map Would Help," titolo programmatico).

La varietà compositiva ed interpretativa di questi brani è sorprendente: c'è il gusto per il tematismo monkiano con accentazioni irregolari e aspre di "A Map Would Help" e "Bed Head," la melodia astratta di "Store Without a Name," l'inno gioioso di "Could This Be This Year".

Poi, quando ti sei abituato alle torride esecuzioni della prima metà del disco, Apfelbaum posa il tenore per passare alla melodica e il gruppo affronta "Jesus Maria" di Carla Bley come dovesse accompagnare una scena romantica, se non fosse per lo stile nevrotico del sassofonista, che si avverte anche sulla docile melodica e ne fa il tratto di vera originalità.

Uno dei mantra che si sente tra i critici, specie statunitensi, è che George Schuller è uno dei musicisti più sottovalutati. Sì, sarà il caso di cominciare a prendere sul serio l'affermazione. Listen Both Ways è disco di grande caratura: ben strutturato, trasmette un senso di freschezza e di affiatamento sia nelle esecuzioni più lunghe che in quelle più concise, sia in quelle più roventi che in quelle più "rilassate". Bella musica, libera, ma fermamente ancorata alla tradizione del jazz.

Track Listing

1. Could This Be This Year 11.34; 2. Store Without a Name 10:50; 3. Better than Prozac 09:30; 4. Edwin (Margo Guryan) 06:36; 5. Jesus Maria (Carla Bley) 08:32; 6. A Map Would Help 10:50; 7. Newtoon 07:05; 8. Bed Head 05:16. Dove non diversamente indicato, i brani sono di George Schuller.

Personnel

Peter Apfelbaum
saxophone

Peter Apfelbaum (sax tenore, melodica); Tom Beckham (vibrafono); Brad Shepik (chitarra); Dave Ambrosio (contrabbasso); George Schuller (batteria).

Album information

Title: Listen Both Ways | Year Released: 2012 | Record Label: Playscape Recordings


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