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Le sublimi frequenze di Radio Mondo
ByUno dei gruppi più originali e straordinari sulla scena contemporanea è certamente stato quello dei Sun City Girls, trio [è da poco mancato il batterista Charles Gocher e questo ha posto la parola fine alle avventure della band] guidato dai fratelli Alan e Richard Bishop. La loro musica, difficile da sunteggiare in poche parole è un camaleontico incontrarsi di culture e sottoculture, dall'esoterismo post-punk al folk, dall'improvvisazione alle colonne sonore.
I tanti viaggi per il mondo alla ricerca delle più disparate culture musicali [animati da quello che è stato ben definito un "oscuro romanticismo del viaggiare"], ha spinto i Bishop a documentare su CD e DVD i tracciati di queste esplorazioni, attraverso l'etichetta Sublime Frequencies, che diventa così quel fondamentale tassello mancante tra il documento etnomusicologico più rigoroso e i prodotti di world music globalizzata.
Il mondo diventa così un "sottomondo" misterioso e affascinante, capace di spiazzare se esplorato lungo i suoi margini, spogliato dell'involucro global per ritrovare una sua immediatezza in grado di ridimensionare l'euro-americo-centrismo da cui si è, volenti o nolenti, affetti. Il tutto non senza una piccante salsa underground e bizzarra.
Vv.Aa.
Choubi Choubi! Folk and Pop Sounds from Iraq
(2005)
Sublime Frequencies
Valutazione: 4 stelle
Certamente tra i rapporti più difficili nell'attuale scenario globale c'è quello tra Stati Uniti e Iraq, un rapporto già guastato da una mostruosa sordità e ignoranza di base da parte della potenza americana, che avvilisce la cultura del paese mediorientale - già pesantemente minata dalle grosse difficoltà interne - a un piatto scenario di guerra e distruzione. Per recuperare, per quel che si può, un po' di sana curiosità sulla musica di questa sfortunata area geografica [che storicamente, indipendentemente dai nomi, è sempre stata tra i centri più vivi della produzione artistica mediorientale], la prima raccolta della Sublime Frequencies che segnaliamo è certamente adatta.
Choubi Choubi! Folk and Pop Sounds from Iraq è stata infatti costruita selezionando i brani - che coprono un arco di tempo che va dagli anni Ottanta e l'inizio del Duemila - da vecchie cassette e vinili iracheni pescati in Siria, in Europa e nei quartieri iracheni di New York. Il disco presenta alcuni tipici stili della musica popolare irachena, come lo choubi, il basta, il bezikh, l'hecha, così come la pratica vocale del mawal.
Premesso che la maggior parte di questi stili, legati ovviamente anche alla danza, non sono collegati necessariamente a un particolare gruppo etnico o religioso, una delle loro caratteristiche è certamente il rapido movimento ritmico [tristemente simile a quello di una mitragliatrice] provocato da un tamburo chiamato khishba o zanbour, il cui suono richiama certi effetti elettronici dub.
Ma nella raccolta troviamo anche tre canzoni tratte dal disco Let's Sing Together del cantante e attivista socialista Ja'afar Hassan e risalenti ai primi anni Settanta, prima dell'avvento di Saddam Hussein. Le note che accompagnano il disco svelano altri dettagli della vita musicale irachena del periodo, una vita che si comprende difficile e che traspare da queste canzoni in cui modalità tipiche della musica araba trovano una graffiante densità emozionale.
Vv.Aa.
Guitars of the Golden Triangle: Folk and Pop Music of Myanmar Vol. 2
(2005)
Sublime Frequencies
Valutazione: 4 stelle
Ci si sposta ancora più a Oriente, in quella nazione che fino a pochi anni fa portava il nome di Birmania e che ora si chiama Myanmar.
Guitars of the Golden Triangle: Folk and Pop Music of Myanmar Vol. 2 concentra la sua attenzione sulla provincia di Shan State: situata nel nordest della nazione, ai confini con la Cina, il Laos e la Thailandia, è un vasto altipiano subtropicale la cui principale risorsa è la coltivazione dell'oppio, tanto da meritare l'appellativo di "Golden Triangle", governato da banditi, trafficanti, signori della guerra, mercenari.
Che musica mai si ascolterà in questi luoghi così pericolosi e inaccessibili, governati da culture e economie con cui non è semplice rapportarsi? Del pop-rock garage e psichedelico, che domande!
Il disco è sorprendente e imperdibile: il materiale [e assolutamente inedito al di fuori di una ristretta cerchia birmana] proviene - come intuibile - da musicassette [in Birmania le cassette sono di pubblico dominio e ci sono negozi che le duplicano on-demand] e ci fa conoscere così per la prima volta una serie di artisti dai nomi impronunciabili come Saing Saing Maw o Lashio Thein Aung.
Il primo in particolare, leggendario cantante rock dei primi anni Settanta, con la sua miscela di rock, folk, blues, è un vero mito per i camionisti [lui stesso lo era], mentre il secondo si rifà più apertamente a uno stile "cowboy" ed è specializzato in covers ["You Got What You Got" è strepitosa]. Ma nel disco troviamo anche altri artisti, accomunati dal nome Khun - che ne attesta l'origine etnica PA'O - e che si rifanno allo stile di Saing Saing Maw.
Detta così, la cosa può sembrare più che altro una bizzarria, ma l'ascolto di queste canzoni è davvero divertente e contribuisce al salutare reset dei nostri luoghi comuni sulle musiche delle altre culture. Cowboys birmani, siete i benvenuti!
L'importanza della radio come testimone vivo di un paese è testimoniata da altri due dischi dell'etichetta, Radio Pyongyang: Commie Funk and Agit Pop from the Hermit Kingdom e Radio Sumatra: The Indonesian FM Experience, raccolte dedicate rispettivamente alla radio della Corea del Nord e a quella di Sumatra.
Vv.Aa.
Radio Pyongyang: Commie Funk and Agit Pop from the Hermit Kingdom
(2005)
Sublime Frequencies
Valutazione: 4 stelle
La prima, curata da Christiaan Virant che ha registrato innumerevoli ore di radio coreana, ci presenta - parole dello stesso compilatore - "synth-pop grossolano, rock rivoluzionario, insolenti rap infantili e una salutare dose di agiografia per il caro presidente Kim Jong-Il". Passando velocemente, come quando si girovaga con la manopola del sintonizzatore, attraverso frammenti di opera, propaganda, stucchevoli canzonette, il disco ci invita al suo gioco, apparentemente postmoderno e certamente filtrato dalla scelta del compilatore, ma estremamente significativo e in molti tratti divertente.
Vv.Aa.
Radio Sumatra: The Indonesian FM Experience
(2005)
Sublime Frequencies
Valutazione: 4 stelle
È invece stata selezionata e editata [ma senza alcuna sovraincisione o riprocessamento del suono] personalmente da Alan Bishop la selezione di radio FM di Sumatra, la più occidentale delle isole che compongono l'Indonesia. Anche qui c'è di tutto, dalle sonorità più propriamente di Sumatra a quelle più globali, nelle quali l'influenza della musica occidentale [in tutti i suoi comodi generi commerciali] è profondissima, così come non mancano spot pubblicitari e frammenti di notiziario.
Divisa in undici macro-tracce - che vanno dagli hits al fenomeno del dangdut, dal folk islamico al karaoke - questa "esperienza" indonesiana in modulazione di frequenza conferma il talento e la capacità dell'etichetta di fornire un punto di osservazione nuovo e stimolante nei confronti delle musiche del mondo.
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