John Abercrombie: Solos - The Jazz Sessions

Solos: The Jazz Sessions

MVD Visuals

Valutazione: 3,5 stelle

L'interessante serie di DVD prodotti dal canale televisivo canadese Bravo e dedicati all'interpretazione della dimensione solistica da parte di vari strumentisti jazz si arricchisce di un notevole titolo che ha per protagonista il chitarrista John Abercrombie, tra i maggiori specialisti contemporanei dello strumento. Non sono molte le escursioni solistiche documentate nella carriera del chitarrista: ricordiamo uno dei primi album da lui realizzato per la etichetta ECM (cui è tuttora legato), Characters, dove però utilizzava abbondantemente le sovraincisioni per improvvisare sul proprio accompagnamento.

Il programma del DVD comprende sei brani, tra originali e standard, per una durata complessiva di circa 50 minuti, eseguiti dal chitarrista in completa solitudine, senza la presenza del pubblico. Il suo stile fluido e il timbro caratteristico della sua chitarra elettrica (Abercrombie non usa plettro) risaltano in modo netto, a conferma di un talento tra i più originali sul suo strumento. Tra un brano e l'altro, il chitarrista parla brevemente del suo rapporto con la musica, la chitarra, l'improvvisazione e le influenze subite (l'intervista non è sottotitolata in lingua italiana).

Il DVD, come tutti gli altri appartenenti alla stessa collana, è realizzato in maniera molto professionale, filmato in alta definizione con videocamere multiple, e ha il grosso merito di documentare un aspetto meno noto dell'attività di un artista importante, anche se un po' trascurato da pubblico e critica nonostante una discografia di tutto rispetto (per quantità e qualità). L'unico difetto che si può imputare al disco è l'eccessiva brevità (a causa delle limitazioni di durata imposte dalla trasmissione televisiva per cui è stato originalmente realizzato), non sufficiente a saziare l'appetito abbondantemente stimolato. Unico extra presente sul disco, un assaggio (tre minuti) di un altro DVD della collana dedicato al sassofonista Greg Osby (clicca qui per leggerne la recensione).

Comments