Home » Articoli » Album Review » Daniel Levin: Inner Landscape
Daniel Levin: Inner Landscape
ByIl risultato? Un disco burbero e austero, con il quale non è semplice entrare in sintonia. Levin ha chiesto molto a se stesso e chiede molto all'ascoltatore. Servono dedizione e concentrazione, pazienza e tenacia. È un disco "puro," Inner Landscape, e come tutte le cose "pure" si fa fatica ad assimilarlo, figuriamoci ad amarlo.
Però hanno un loro fascino queste severe introspezioni, questi paesaggi (landscape) dell'anima (inner) dipinti con mano ferma, tratto deciso e colori freddi. È il fascino della fisicità. La presenza del violoncello (dita, corde, legno, archetto) è nitida, potente, e invita a raffronti cameristici: vengono in mente le suite di Bach, e le pagine per violoncello solo scritte da Ligeti, Hindemith e Xenakis. Ma c'è anche l'obbligo di tirare in ballo l'improvvisazione radicale europea, citando, inevitabilmente, il buon Tristan Honsinger (del quale Levin non possiede però la stralunata vena umoristica).
Da centellinare.
Track Listing
1. Landscape 1 - 6:38; 2. Landscape 2 - 8:01; 3. Landscape 3 - 7:22; 4 Landscape 4 - 9:15; 5 Landscape 5 - 12:52; 6. Landscape 6 - 11:03.
Personnel
Daniel Levin
celloDaniel Levin (cello).
Album information
Title: Inner Landscape | Year Released: 2011 | Record Label: Clean Feed Records
< Previous
Metal/Crystal