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I mondi di Satoko Fujii, tra Giappone e Stati Uniti, tra orchestra e duo
BySummer Suite
Libra Records
2008
Valutazione: 4 stelle
Tra le musiciste che con maggiore intensità stanno esplorando le differenti forme della ricerca improvvisativa e compositiva contemporanea, la pianista giapponese Satoko Fujii dimostra disco dopo disco una sensibilità in grado di ottenere il meglio da ciascuna situazione. Se questa riflessione può apparire ovvia per ogni improvvisatore maturo, nel caso della Fujii è ancora più evidente per la particolare varietà di formazioni e progetti che riesce a portare avanti e il 2008 da poco trascorso l'ha vista protagonista di molte uscite discografiche per celebrare il suo cinquantesimo compleanno [oltre ai dischi qui recensiti, ricordiamo Minamo in duo con la violinista Carla Kihlstedt e Trace a River in trio con Mark Dresser e Jim Black e Heat Wave].
La centralità dell'approccio orchestrale nella musica della pianista è testimoniata dal fatto che la Fujii è alla testa di ben quattro big band, dislocate rispettivamente a Tokyo, Kobe, Nagoya e New York ed è proprio con quest'ultima che è stato inciso Summer Suite. La formazione è di quelle da brivido e annovera nei suoi ranghi alcuni dei più quotati musicisti della scena avant della Grande Mela.
Ai sassofoni troviamo - tra gli altri - Briggan Krauss, Ellery Eskelin o Tony Malaby, alle trombe - in compagnia dell'inseparabile marito Natsuki Tamura - un trio di straordinario assortimento espressivo composto da Steven Bernstein, Dave Ballou e Herb Robertson; ma ancora il trombone di Curtis Hasselbring, l'inconfondibile basso di Stomu Takeishi e la batteria di Aaron Alexander, tutti stretti in un patto di complicità per svelare le infinite possibilità delle combinazioni orchestrali.
Alla lunga suite che dà il titolo al disco - e che attraversa aree espressive molto varie, sia per densità di suono che per grammatica, mettendo in luce, tra concitati collettivi e improvvise diradazioni, la maestria solistica di Eskelin e Robertson tra tutti - si aggiungono le più brevi "Sanrei" e "In the Town You Don't See the Map," che svelano come la scrittura della Fujii sappia distendersi anche su strutture più codificate e ritmicamente connotate. Un disco splendido, nel quale tutti i musicisti assecondano le idee della pianista con fantasia e intensità.
Satoko Fujii Orchestra Nagoya
Sanrei
Bakamo Records
2008
Valutazione: 4 stelle
Sebbene i nomi che compongono l'Orchestra Nagoya siano per il pubblico internazionale meno conosciuti rispetto alla all-star newyorkese, la musica delle sette tracce di Sanrei è di quelle che - direbbero i più sfrontati - "spaccano"! Un vero e proprio concentrato di energia, di fuoco, di volume, che sin dalle prime note di "Gokaku" [firmata da Tamura] sembra non fermarsi di fronte a nulla.
A dividere con il trombettista e con la Fujii la paternità dei temi è il chitarrista Yshuhiro Usui, cui si deve il rutilante alternarsi di mood di "Eaves," ma ci sono anche brani che già la pianista ci aveva fatto conoscere, come l'angoloso noir di "Blueprint," nel cui cuore si cela un momento di follia vocale collettiva che sembra riecheggiare i momenti più dadaisti dell'improvvisazione europea.
Il disco ci offre anche l'opportunità di raffrontare una nuova versione di "Sanrei" con quella del disco newyorkese: la tensione è qui resa ancora più elettrica e si arrotola attorno al basso di Atsutomo Ishigaki in un crescendo memorabile. Folle, molto nipponica, a tratti irriverente e caustica, la Orchestra Nagoya di Satoko Fujii [che qui non suona il pianoforte, ma si dedica solo alla direzione] meriterebbe di essere gustata dal vivo: forse munirsi di biglietto aereo è più facile che non aspettare felici contingenze festivaliere!
Natsuki Tamura - Satoko Fujii
Chun
Libra Records
2008
Valutazione: 3 stelle
Il duo tra la Fujii e Tamura rappresenta invece l'aspetto più intimo della musica della pianista giapponese, un'intimità intesa come capacità di affidarsi più che come atmosfera, dal momento che le composizioni della jazzista sono sempre attraversate da un inquieto nervosismo e da una drammaticità narrativa che rifugge da ogni intimismo.
Chun accosta otto temi molto concisi al conclusivo [e evocativo] "Triangle," che invece supera i venti minuti: è una musica fatta di giustapposizioni, di sapori contrastanti, di linee melodiche scomode eppure fascinose, di sarcasmo e di disciplina [è lo stesso Tamura a svelare come la scrittura della consorte lo obblighi a un severo esercizio]. Il rapporto tra i due musicisti è chiaramente simpatetico, anche se non si può dire che questo porti a una rilassatezza nell'esito.
Un limite infatti del disco - che tra i propri pregi annovera certamente la straordinaria costruzione narrativa e esecutiva - è forse quello di non dare tregua all'ascoltatore, di forzarlo quasi a condividere la disciplina dei due musicisti, a entrare nell'essenza stessa della materia sonora. Il risultato è ottimo, ma dopo un po' viene da chiedere un po' di tregua. Consigliato agli ascoltatori già allenati.
Elenco dei Brani:
Summer Suite: 01. Summer Suite; 02. Sanrei; 03. In The Town You Don't See On The Map.
Sanrei: 01. Gokaku; 02. Eaves; 03. Blueprint; 04. Kondo Star; 05. Shogetu; 06. Sankaku; 07. Sanrei.
Chun: 01. Tokyo Rush Hour; 02. Nudibranch; 03. Infrared; 04. Chun; 05. Stone Flowers; 06. Curt Response; 07. Ultraviolet; 08. Spiral Staircase; 09. Triangle.
Musicisti:
Summer Suite: Satoko Fujii (pianoforte); Oscar Noriega, Briggan Krauss, Ellery Eskelin, Tony Malaby, Andy Laster (sassofoni); Natsuki Tamura, Herb Robertson, Steve Bernstein, Dave Ballou (tromba); Curtis Hasselbring, Joey Sellers, Joe Fiedler (trombone); Stomu Takeishi (basso); Aaron Alexander (batteria).
Sanrei: Satoko Fujii (direzione); Shingo Takeda, Akihiko Yoshimaru, Kenichi Matsumoto, Yoshihiro Hanawa, Yoshiyuki Hirao (sassofoni); Natsuki Tamura, Tsutomo Watanabe, Takahiro Tsulita, Misaki Ishiwata (tromba); Tomoyuki Mihira, Toshinori Terukina, Tatsuki Yoshino (trombone, euphonium, tuba); Yosuhiro Usui (chitarra); Atsutomo Ishigaki (basso); Hisamine Kondo (batteria).
Chun: Natsuki Tamura (tromba); Satoko Fujii (pianoforte)
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