Shoko Nagai, Maryanne de Prophetis, Ron Horton, Stomu Takeishi: FIDOqrtet

Album di improvvisazione senza rete, questo del FIDOqrtet, che in realtà agisce come tale solo in quattro degli undici brani complessivi, scindendosi negli altri sette in diversi abbinamenti: senza la voce in altri quattro ("Rayo de luna," "Tsuru," "Terramoto" e "Morning"), senza al tromba in "La Coyote," in duo rispettivamente piano/batteria e tromba/batteria in "Waking" e "Flow In."

Il risultato è un album inciso in più sedute fra il 2015 e il 2016 (il gruppo è attivo dal 2012) ma edito solo nel 2020, album composito, con sufficiente senso della forma, del disegno globale, delle dinamiche e delle dialettiche interne. In tal senso gli episodi più rappresentativi sembrano essere il quartettistico "Rain," "Tsuru," in cui un ruolo centrale è coperto dalla tromba (generalmente elemento di lievitazione termica in seno all'ensemble), l'ampio "Hato," in cui rientra la voce e il cui tono è dapprima elegantemente cameristico per poi farsi via via più increspato, "Terramoto," ottimamente equilibrato, "Waking" e "Flow In," come detto gli unici duetti del lotto, con Takeishi sempre presente (unico in tutto l'album).

Alla fine se ne esce con buone sensazioni, di fronte a un lavoro che non si nasconde dietro il paravento dell'improvvisazione totale per mascherare carenze strutturali e/o inventive (accade spesso), sapendo invece mantenere costantemente viva la tensione (e relativa distensione, ovviamente) con rari momenti di risacca ispirativa. Avanti su questa strada, dunque.

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