Roberto Mazzoli Ensemble: Falta de Setembro (pra Rogerio e pra mim)

Quest'ultimo è riuscito a trasmette a Mazzoli i segreti e i preziosi significati della musica popolare brasiliana, a tal punto che l'album non suona come un tentativo maldestro di chi si improvvisa "carioca fai da te," ma come un lavoro autentico, dove choro, samba e bossa si rincorrono con piacere, intrecciandosi in un unico linguaggio, fortemente espressivo e colorato.

Brani autografi, intervallati da qualche rivisitazione - in tal senso segnaliamo il samba coinvolgente di "O bêbado e a equilibrista" - e omaggi dovuti, come "Olhar de Baden" rivolta a Baden Powell, dove a farla da padrone sono spesso la voce e la chitarra a sette corde di Mazzoli, che formano lo sfondo ideale dove si innestano con puntualità una nutrita serie di strumenti; come le percussioni ("È preciso mudar"); i fiati ("Choro pra Jorge"); il caratteristico cavaquino. Chiudono il cerchio un paio di brani cantati in italiano, in una sorta di viaggio di ritorno alle origini che rende questo album ancora più completo e apprezzabile.

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