Esperanza Spalding: Esperanza

Poi ha pensato di fare da sé. E per il suo esordio, Esperanza, non ha badato a fronzoli. La Heads Up le ha dato credito e "speranza". Niño Josele, James Haddad, Horacio "El Negro" Hernández e Donald Harrison, tutti insieme appassionatamente, le hanno dato la scena.

Lei non se lo è fatto ripetere due volte. Per di più non è caduta in tentazione attratta dalle sirene jazz-pop patinate stile Norah Jones né nella melassa sofisticata alla Diana Krall.

Ha preso carta, penna e contrabbasso e ha tirato fuori 12 brani (tra cui una riscrittura in castigliano di "Body & Soul") che hanno il sostrato jazz e la forza delle migliori idee crossover che ci è capitato di ascoltare in questi ultimi noiosi anni.

Esperanza è tutto nella freschezza a tinte esotiche di "Ponta de Areia": la voce di Esperanza Spalding non è solo un optional. O nei borbottii bassistici che introducono "I Know You Know" (anche qui, le soluzioni mainstream non dispiacciono, così come in "Precious"). Poi i tentativi di incunearsi negli strumentali ("Love in Time") o nei tempi dispari di "Espera" (intermezzo al piano in 7/4).

La ragazza ha tutte le carte in regola. Ci vorrà ancora un bel po' di "e-sperienza" che ha assonanze insolite e insospettabili con "e-speranza". Sempre che Nietzsche sulla "virtù dei deboli" si sbagliasse alla grande.

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