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Sam Kulik: Escape from Society

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Sam Kulik: Escape from Society
In una ovvia visione veramente "Americo centrica" i vari recensori dell'opera ultima del signor Sam Kulik (visionario trombonista cresciuto nella piccola cittadina di Worthington nel moderno Massachusetts occidentale) hanno dovuto necessariamente collegare i fili delle influenze del nostro a quelle del dissacratore per eccellenza, sua maestà Frank Zappa. Vorrei modestamente consigliare a questi signori di andare a scoprire e analizzare creativi personaggi che probabilmente non conoscono e che vivono da sempre nel più profondo underground della terra d'Albione come ad esempio il signor Martin Newell che, sia da solo sia nelle sue tante esemplificazioni musicali (prime fra tutte quelle dei Cleaners of Venus e, se non bastasse, quelle dei Brotherhood of Lizards) ha probabilmente molto ma molto più a che fare con il divertente universo musicale di questo simpatico e per certi versi straordinario animale sonoro contemporaneo.

Confesso che per recensire il suo Escape from Society avrei voluto trasformarmi - anche solo per un attimo - nel viscerale Lester Bangs perché, come lui, di questa tipologia musicale, vorrei scrivere di getto, nella maniera più classicamente beatnik.

Farei però un errore, perché le architetture musicali di Sam Kulik meritano invece straordinario rispetto. Benché il mare familiare di Kulik sia fondamentalmente la musica avantgarde improvvisata con diverse coniugazioni jazzistiche anche importanti (vedi le collaborazioni con Anthony Braxton, Peter Evans, Mary Halvorson), la cifra stilistica di questo Escape from Society è però assai più vicina al pop-rock più raffinato e per certi versi "new-psichedelico".

Che questo disco sia un divertissement e basta potrebbe essere proprio ciò che lo rende diverso da tutti gli altri. L'idea di Kulik è proprio partita da questa base.

Craigslist è un portale piuttosto famoso in America che ospita annunci dedicati al lavoro, eventi, acquisti, incontri e vari servizi. Il musicista ha chiesto per anni ad amici e conoscenti (il proselitismo ha fatto il resto) di mandare su quel sito, a mo' di annuncio, qualsiasi testo avessero in mente, con la promessa che, una volta raggiunto un numero cospicuo, li avrebbe messi tutti insieme in un lavoro discografico da registrare appena possibile. Ci ha messo dodici anni, ma alla fine ecco il risultato. Lui canta in maniera davvero particolare: una sorta di mezzo-tenore che assomiglia vagamente a Rick Nelson o, nelle sue coniugazioni più serie a quel Levon Helm (indimenticato leader della celebre "The Band" che per lustri fu accanto a Bob Dylan), vero mentore spirituale del nostro.

Tornando seriamente al tema cerchiamo di dare ordine alla messe d'informazioni sin qui disordinatamente riversate. Il signor Kulik, dunque, è un serissimo campione dell'improvvisazione musicale tout-court che, una volta trasferitosi a New York dalla campagna (avvenne nel 2004), ha giustamente aperto la porta al suo alter-ego creativo. Scopertosi buon musicista a molti livelli, ha dunque messo al servizio di molti nomi della pop area newyorkese più creativa, voce, trombone, chitarra, ma anche ukulele, tuba, oboe e altre decine di strumenti praticati in passato. Grazie all'idea citata qualche riga fa, è poi passato alla produzione personale.

Escape from Society è dunque una sorta di creativa opera omnia di anni e anni di ricerca se volete anche "sociale": una sicuramente personalissima "avventura mentale" che sembra uscita dritta dritta da una cantina o da un garage di sessantottina memoria. In breve, una sorta di Doonesbury immensamente dotato anche dal punto di vista musicale che riconosce sicuramente il primo Zappa quale ispiratore, ringrazia Brian Eno e gli anni sperimentali del bardo di Woodbridge e gioca ironicamente e sarcasticamente con l'ambience newyorkese di oggi, dj sounds e noise engineers compresi. Se volete poi vederci anche parti di ambient alternativa e forme astrali di Sun Ra nessuno vi picchia.

Eclettico e ricco di humor questo disco potrebbe essere per molti come il miele per le mosche. Il fascino non manca e potrebbe davvero essere la luce in fondo allo scrigno, dove tenere quel "disco particolare" da tirare fuori per le occasioni giuste.

Play it again, Sam!

Track Listing

Thank You; Last Train to Paradise; More Than Your Dog; So You Want To Be a Slug? Middle of Nowhere; Bellarthur an Albino; South Philly Daze; Amy's Song; The Winter Storm; I Flip My Rhythms; Ten Little Indians; Tres Dedos Marron; The Verge; Infinite Shit.

Personnel

Sam Kulik
trombone

Sam Kulik: vocals, brass, guitar; Kyle Forester: bass, keyboards; Ian Antonio: drums; Matt Nelson: saxophones; Moppa Elliott: bass (14); Tom Blancarte: bass (13); Jeremiah Cymerman: clarinet (13); AmyWeiss: violin (13).

Album information

Title: Escape From Society | Year Released: 2013 | Record Label: Hot Cup Records


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