In questa terza incisione per l'ECM il trio di Colin Vallon prosegue e amplifica quant'aveva evidenziato in Le Vent, inciso nel 2014 con gli stessi partner e caratterizzato da un cambio di direzione rispetto al precedente Rruga (2011), con Samuel Rohrer alla batteria. Se in quest'ultimo lavoro l'interplay improvvisato restava un elemento centrale, combinandosi con tempi elusivi, lunghe iterazioni e riferimenti al camerismo classico e al folklore caucasico, da qualche anno le scelte del pianista privilegiano la composizione orientata verso semplici piani narrativi, ricchi di iterazioni e sottigliezze cameristiche.
Una dimensione sempre più essenziale, quasi scarnificata, con i brani presentati nella nuda semplicità di bozzetti melodici e ritmici: accade in particolare in "Smile," "Reste" e "L'onde" dove prevalgono brevi frasi iterate dal pianoforte con sottili variazioni. In qualche altro tema ad esempio "Morn"troviamo ampi sviluppi melodici su climi liricamente rarefatti che ricordano Rruga, e non mancano momenti d'accentuata tensione come "Tinguely" e "Danse."
Vallon e i suoi partner non si limitano a ripercorrere vecchie strade ma cercano nuove e ricercate soluzioni nell'abusata formula del piano trio. È forse presto per capire dove condurrà la loro ricerca ma la strada percorsa è fantasiosa e già meritevole di considerazione.
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